Paolo era segretario della Federazione romana del Pci quando militavo in una sezione del Partito. Era difficile e complicata la seconda metà degli Anni Settanta, anche, e forse soprattutto, a Roma. Non lo conobbi direttamente ma ne apprezzavo le capacità di dirigente acquisite nel corso di anni di apprendistato, anche lontano dall’Italia.
Il primo contatto diretto con lui ci fu all’atto della fondazione di Futura Umanità. Ci incontravamo nel corso delle riunioni dell’Associazione che mi affidò il compito di curare alcuni volumi in occasione del centenario della fondazione del Pci.
Erano state appena prodotte le prime bozze del volume sul Pci di Togliatti, quando, una mattina, squilla il mio cellulare. Era Paolo. Con la sua voce sottile, ma non per questo meno autorevole, mi disse di aver ricevuto e letto la prima bozza del libro; aveva qualche suggerimento da fornirmi. Ascoltai, replicando in modo discreto come ogni allievo deve fare con il maestro, e ci accordammo per un testo definitivo.
Grazie, compagno Paolo, per quello che hai dato a me e a tutte le compagne e i compagni!
Che la terra ti sia lieve!