Berlinguer e la Nato, un equivoco che dura ancora

BERLINGUER E LA NATO. Il segretario del Pci in tv nel giorno dell’intervista al Corriere:
«Questo Patto Atlantico presentato come scudo di libertà ha tollerato per anni la Grecia
fascista, il Portogallo fascista»
Guido Liguori
dal Manifesto del 18/5/2022

Per i drammatici fatti d’Ucraina e la rinnovata centralità assunta dalla Nato, è tornata a circolare la tesi della presunta scelta che Enrico Berlinguer avrebbe compiuto nel 1976 in favore dell’alleanza militare guidata dagli Stati Uniti. In realtà si tratta di una semplificazione che distorce la realtà. Vale la pena di chiarire la vicenda, anche per un «giudizio equanime» sul segretario comunista in vista dei cento anni dalla nascita, il prossimo 25 maggio.
Ricostruiamo i fatti. Anzi, due antefatti. In primo luogo, negli anni ’70 il Pci – pur ribadendo il giudizio negativo su Nato e Stati Uniti – non chiedeva più «l’uscita dell’Italia dalla Nato», ma il superamento di entrambe le alleanze militari esistenti. Nella convinzione che una uscita unilaterale potesse far tornare il rischio di guerra, in anni in cui invece in Europa si viveva una stagione di
speranze di pace, con gli accordi di Helsinki del 1975, firmati da trentacinque paesi, tra cui Stati uniti, Urss e tutti gli Stati europei tranne Albania e Andorra.

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