di Paolo Ciofi
Mai come in quest’anno devastato dal Coronavirus è emersa la centralità del lavoro. Sia nella salvaguardia e nella riproduzione della nostra vita, sia nell’imprescindibile – e rispettoso – rapporto con la natura che ci circonda. A maggior ragione, perciò, non possiamo non rendere onore a tutte e a tutti coloro che lavorano, e che nell’emergenza debbono essere messi in condizioni di sicurezza, con la garanzia dell’occupazione e di retribuzioni adeguate.
I medici e il personale sanitario prima di tutto, ma anche i lavoratori delle campagne e delle città, i braccianti, gli operai e i tecnici nelle fabbriche, gli operatori della logistica e della distribuzione, gli impiegati negli uffici privati e pubblici, nelle scuole, in ogni luogo di lavoro, di studio e di ricerca. Come pure tutti coloro i quali lavorando nell’isolamento a distanza non mancano di cooperare a risollevare il Paese.
È una urgenza tanto più incalzante dal momento che la classe lavoratrice, tutte le persone che per vivere devono lavorare, sono state divise, rese precarie, private del lavoro stabile e di diritti fondamentali con l’effetto di indebolire il Paese. Esponendolo a una drammatica emergenza sanitaria che si accompagna a disuguaglianze insostenibili sul piano sociale e democratico. Continua a leggere “Viva il Primo Maggio!”