
Berlinguer e i giovani
di
Lelio La Porta
Nei primi anni della sua militanza Berlinguer fu leader del movimento giovanile comunista (segretario nazionale del Fronte della gioventù dal 1946) fino all’elezione a segretario generale della Fgci (CC del marzo del 1949), carica che ricoprì fino al 1956. Contestualmente, assunse la presidenza della Federazione mondiale della gioventù democratica, organismo che raggruppava i movimenti giovanili di vari paesi. Nel 1951 organizzò il Festival mondiale della gioventù a Berlino est e mantenne l’incarico di presidenza fino al 1952. Si può proprio sostenere, senza tema alcuna di essere smentiti, che Berlinguer fece apprendistato di quel ruolo che lo avrebbe reso prestigiosissimo capo dei comunisti italiani guidando i giovani. Insomma, di giovani se ne intendeva; ovviamente, negli anni Cinquanta, soprattutto, il linguaggio usato era quello tipico del mondo diviso in blocchi contrapposti, con tutte le sue asprezze e, per essere sinceri fino in fondo, le sue chiusure. Infatti, gli stessi giovani chiamati alla lotta senza quartiere contro l’imperialismo erano il soggetto politico cui il segretario comunista si rivolgeva fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta del secolo scorso quando, dalle colonne di “Rinascita”, ne individuava i problemi irrisolti elencandoli nel modo seguente: “…la nuova qualità della vita, l’occupazione, lo svago e lo sport, lo studio e la propria formazione di cittadino, l’amore, il sesso e la vita di coppia, la casa per le giovani coppie, la lotta contro la droga”. La disponibilità è diversa, in linea, è proprio il caso di dire, con tutte le novità nel frattempo intervenute nella politica dei comunisti italiani per merito dello stesso Berlinguer. La tematica dei nuovi soggetti si propone con forza all’attenzione dei comunisti e, com’è ovvio, fra questi nuovi soggetti sono i giovani ad occupare il primo posto. Si tratta dei giovani che, conosciuta nel 1971 l’insorgenza di una ribellione violenta che trova nell’Autonomia operaia la sua manifestazione più esplicita, si allontanano progressivamente dalle forme istituzionali della politica, dai partiti, continuando a partecipare, oppure manifestando una diffusa voglia di partecipazione, seppure in modi diversi da quelli abitualmente usati a sinistra, alle lotte per la pace, per la difesa dell’ambiente, contro la mafia e contro la camorra. Si propongono le nuove soggettività. Continua a leggere “RICORDANDO ENRICO BERLINGUER A 36 ANNI DALLA SCOMPARSA (1)” →