Di Gianni Ferrara intervento al convegno sul tema “Berlinguer e la serietà della politica”, Roma 11 febbraio 2014, organizzato dall’Associazione Futura Umanità, in occasione dell’anno berlingueriano.
Va innanzitutto ricordato che il termine compromesso fu usato negli anni 1948-1950 in polemica col PCI per degradare sia il contributo di questo partito alla ideazione, determinazione e formulazione della Costituzione della Repubblica sia la Costituzione stessa. Suonava come cedimento o come mascheramento. A rispondere provvide Togliatti spiegando che c’era stata “una confluenza di due grandi correnti: del solidarismo umano e sociale della sinistra e del solidarismo di altra origine (cristianosociale)” che arrivava “nell’impostazione e soluzione concreta di diversi aspetti del problema costituzionale a risultati analoghi” della sua parte politica”. Aggiungendo che “definire come compromesso questa confluenza significa non comprendere che si sia trattato di qualcosa di molto più nobile ed elevato e cioè della ricerca di quella unità che è necessaria per poter fare la Costituzione non dell’una o dell’altra ideologia, ma la Costituzione di tutti i lavoratori italiani e, quindi, di tutta la Nazione”. (1) Per quanto poteva poi attenere al termine “compromesso”, Togliatti lo usò immediatamente dopo qualificando “deteriore” quello raggiunto nel formulare alcune disposizioni della Carta costituzionale. (2)
Su tutt’altro piano, sempre riferendomi a Marx, mi preme ricordare che il secondo capitolo del “Manifesto”, quello intitolato “Proletari e Comunisti”, si chiude con la previsione-obiettivo di un tipo di “associazione umana in cui il libero sviluppo di ciascuno è condizione del libero sviluppo di tutti”.
Ebbene, la nostra Costituzione impone alla Repubblica, quindi a tutto lo statoapparato e a tutto lo stato-comunità come unico e supremo compito proprio quello di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. La corrispondenza tra questi due testi è perfetta. Fu voluta. A proporla all’Assemblea costituente italiana fu quel marxista di Lelio Basso concordandola con quell’altro marxista di Palmiro Togliatti. Ma fu accolta e sottoscritta da Dossetti e da La Pira, aderenti al cristianesimo sociale ed esponenti della Democrazia cristiana. Continua a leggere “Il compromesso storico di Berlinguer. Contributo ad una interpretazione”