La fraternità universale e la legge di Caino

Aldo Tortorella editoriale Critica Marxista del 18 dicembre 2020

I durissimi attacchi al Papa degli ultraconservatori della gerarchia cattolica e dell’estrema destra politica a tutta intera la sua attività e, più in particolare, alle sue due ultime encicliche, quella sulla ecologia e quella recente sulla solidarietà – per non dire dello scandalo sollevato a proposito del diritto dei gay ad una famiglia – definiscono meglio di ogni altra considerazione il significato da dare alla svolta che Bergoglio ha inteso dare alla Chiesa cattolica. Gli esperti della storia vaticana ci ricordano, ma ne abbiamo tutti qualche memoria, che non minori furono gli attacchi, giunti sino allo scisma, contro Giovanni XXIII, Angelo Roncalli, bergamasco, autore del rinnovatore Concilio ecumenico, e contro Paolo VI, bresciano, prudente continuatore del Concilio (e pure lui duramente colpito dall’assassinio di Aldo Moro, suo più giovane amico).

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Il fascismo immaginario di Bruno Vespa

Carlo Greppi*       (“Jacobin Italia”,  18 Dicembre 2020)

L’ennesimo libro-panettone del conduttore di Porta a Porta è pieno di inesattezze: si inserisce in un filone revisionista che ha l’obiettivo di sostenere che il ventennio non fu poi così male. Ecco perché è impresentabile, nel metodo e nel merito.

L’Italia amò Mussolini? Bruno Vespa, pubblicato dalla joint venture Mondadori/Rai Libri, prova a rispondere in un volume di 420 pagine che racconta «gli anni del consenso» del fascismo. Nel farlo si candida a essere il saggio storico dell’anno. Stampare (e distribuire) 160.000 copie di un saggio significa inondare il mercato editoriale della non fiction. Non vuole affatto dire averle vendute, beninteso: sappiamo da fonti certe che nei giorni in cui questa cifra veniva sventolata su quotidiani a diffusione nazionale (13 dicembre) il venduto effettivo rilevato si aggirava sotto le 30.000 copie (ora siamo a circa 42.000), cifre comunque importanti – il volume precedente, Perché l’Italia diventò fascista (e perché il fascismo non può tornare) è arrivato a circa 100.000. Sono numeri astronomici (da diverse settimane è in vetta alle classifiche), e il wishful thinking pubblicitario potrebbe generare la classica profezia che si autoavvera. Questo libro, tuttavia, è impresentabile nel merito e nel metodo, e rivela una seria emergenza a livello di discorso pubblico.

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VERSO IL CENTENARIO DEL P.C.I.

di Corrado Morgia

Alcune considerazioni sull’opera e sul pensiero politico di Enrico Berlinguer

   Nella prospettiva del prossimo anniversario della fondazione del Partito Comunista Italiano, che ricorre il 21 gennaio del 2021, cercherò di sviluppare alcune osservazioni sulla figura di Enrico Berlinguer senza nessuna pretesa di completezza dell’analisi o di esaurimento di un un tema così complesso e ricco di problematiche, non solo di ordine storico e politico, ma anche ideale e culturale.

L’anticomunismo triste di Ezio Mauro

di Luca Cangemi da Marx XXI del 18/12/2020

Con La dannazione. 1921. La sinistra divisa all’alba del fascismo (Feltrinelli editore, 2020), libro dedicato alla scissione di Livorno e alla nascita del Partito Comunista, Ezio Mauro completa la trilogia anticomunista iniziata con L’anno del ferro e del fuoco (a cento anni dalla Rivoluzione d’Ottobre) e proseguita con Anime prigioniere (a trenta anni dalla caduta del Muro di Berlino).

Sono libri che non si segnalano certo per l’accuratezza e le novità della ricerca storica (per le quali, se non altro, manca il tempo: in questi, pochi, anni oltre alla trilogia Mauro ha scritto diversi altri volumi, su argomenti importanti e innumerevoli articoli impegnativi). Eppure sono libri che vanno analizzati attentamente.

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Parte il primo treno della felicità – 16 Dicembre 1945.

Giovanni Rinaldi                  (“Il Mulino” – 17.12.2020)

1945, l’Italia è libera da pochi mesi, dovunque distruzione e macerie. Dalla stazione di Milano, il 16 dicembre parte il primo treno speciale che porta 1.800 bambini a Reggio Emilia, dove altrettante famiglie, per la massima parte composte da militanti comunisti, li ospiteranno fino alla primavera.

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BRUNO CIARI. L’EREDITÀ DI UN INTELLETTUALE COMUNISTA

di Gennaro Lopez

Il 27 agosto 1970 moriva a Bologna Bruno Ciari, figura di educatore e dirigente comunista, che presenta aspetti di straordinaria attualità. Una personalità originale e complessa, che alcuni dati biografici aiutano a illuminare.

Nato a Certaldo il 16 aprile 1923, fu combattente antifascista, dirigente politico (segretario della locale sezione del Pci “Fratelli Cervi” dal maggio ’45 al settembre ‘46) e amministratore (consigliere comunale e assessore alla P.I. di Certaldo). La prima impronta alla sua cultura pedagogica fu data da Ernesto Codignola, di cui fu allievo a Firenze. Verso la fine del 1952 era entrato a far parte del Movimento della Tipografia a Scuola, costituito un anno prima a Fano da Giuseppe Tamagnini e ispirato alle tecniche didattiche di Freinet (da quella esperienza nascerà poi il Movimento di Cooperazione Educativa).

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