Il 1956, il Pci e il progetto di una nuova società. La via italiana al socialismo

Articolo di Guido Liguori

19561956: dopo di allora nulla fu come prima nella storia del movimento comunista internazionale. Son passati sessant’anni, ma il carattere di vero e proprio spartiacque di quell’anno «indimenticabile» non viene meno. Per milioni di comunisti di tutto il mondo il 1956 rappresentò il crollo di certezze consolidate, la crisi del mito e del modello sovietico, il venir meno del monolitismo del mondo comunista, mentre contemporaneamente si passava, come è stato detto, dal marxismo ai marxismi. Si riaprivano con questo anche la ricerca e il dibattito teorico-politico, nonché – soprattutto in Italia, per il Pci, alla fine di non lievi travagli – il rilancio di una specifica «via italiana al socialismo», più consapevolmente democratica e legata alla Costituzione, dopo che la «politica di Salerno» aveva subito, negli anni più duri della Guerra Fredda, una parziale messa tra parentesi. Continua a leggere “Il 1956, il Pci e il progetto di una nuova società. La via italiana al socialismo”

NO. Una vittoria che chiama la sinistra

Articolo di Paolo Ciofi

È stata una grande vittoria della democrazia, e dunque della Costituzione, che fonda sul lavoro e non sul capitale la Repubblica italiana. Un punto da non dimenticare mai, perché si tratta di una conquista di portata storica che gli emissari del capitale vorrebbero in ogni modo rottamare. Questa, al fondo, è stata la vera materia del contendere. La controriforma Renzi-Boschi, che il popolo italiano ha avuto il coraggio e la forza di cancellare nonostante una campagna che ha seminato divisioni, paure e ricatti, tendeva precisamente a conformare l’ordinamento costituzionale sugli interessi dell’oligarchia finanziaria. E quindi a sterilizzare i diritti, trasformandoli in concessioni e bonus nella disponibilità di chi detiene il potere. Aver respinto questo tentativo di retrocessione storica, che riporta il lavoro da fondamento della Repubblica su cui si innalzano i principi di libertà e uguaglianza a pura variante del mercato, e di conseguenza le persone che per vivere devono lavorare a merci in vendita al minor prezzo per chi le compra, è stato uno straordinario successo da non sottovalutare, che lascia aperta la prospettiva di un possibile cambiamento. Continua a leggere “NO. Una vittoria che chiama la sinistra”

La politica come impegno collettivo.

Unknown-1Prefazione di Piero Di Siena a Angelo Raffaele Ziccardi, La politica come impegno collettivo, Barile Editore, Irsina 2016.

E’ un bene che, finalmente, Angelo Ziccardi abbia deciso di mettere nero su bianco il racconto della sua lunga esperienza di militante del Partito comunista italiano, di dirigente sindacale e politico, di uomo delle istituzioni democratiche in Basilicata e a livello nazionale. Per la sobrietà con cui in queste pagine ricostruisce le tappe che hanno segnato la sua esperienza politica, senza indulgere a quell’”autobiografismo” cui quasi inevitabilmente la memorialistica spesso è costretta a cedere, egli ci offre non solo una testimonianza di vita ma lo spaccato di una grande esperienza collettiva realizzatasi all’indomani del secondo dopoguerra nelle pieghe più profonde della società italiana. Si tratta della costruzione di quella democrazia organizzata, innervata dalla consapevole costruzione di corpi intermedi (non solo partiti, ma sindacati, associazioni, forme embrionali di democrazia economica quali la cooperazione e la mutualità diffusa) che ha caratterizzato la vita della prima fase della Repubblica sino al fallimento del “compromesso storico” e all’assassinio di Aldo Moro. Continua a leggere “La politica come impegno collettivo.”