La sinistra e il programma. Il tempo è scaduto

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Articolo di Paolo Ciofi

Il lettino dello psichiatra, suggerito da Eugenio Scalfari, non basta per portare allo scoperto le ferite inferte da Matteo Renzi alla sinistra e alla democrazia. Con l’uomo di Rignano il Pd ha compiuto la sua parabola ed è diventato il partito di un uomo solo al comando: un altro partito padronale schierato sfacciatamente sul fronte del capitale, che usando l’etichetta del socialismo tenta di coprire con la demagogia una politica di destra. Dannosa soprattutto per tutti coloro, uomini e donne, i quali per vivere devono lavorare, ma anche per l’intero Paese.

È una realtà che la comunicazione dominante edulcora o nasconde. D’altra parte, scissa dal sociale, la politica è stata pressoché privatizzata, con il risultato che il mondo del lavoro e i ceti subalterni si sono ritrovati senza un partito che li rappresentasse e li organizzasse. Rigettati nel recinto della prepolitica, oggi vivono in uno stato di sofferenza, di precarietà e di paura, che opportunamente eccitato finirà per favorire Berlusconi e le destre più estreme. Se non si prende atto di questo stato delle cose, a sinistra non si farà alcun reale passo avanti. Continua a leggere “La sinistra e il programma. Il tempo è scaduto”

La forza creativa della Costituzione

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Paolo Ciofi, pubblicato su Critica Marxista n. 4/5 – 2017

Il programma economico della Costituzione:
un confronto con Giorgio Lunghini e Luigi Cavallaro.
I problemi che nascono dallo svuotamento dello Stato nazionale
e dalla possibilità reale di incidere dei lavoratori nella vita pubblica.
Dall’impianto costituzionale emerge una visione culturale e politica che va al di là delle ricette di Keynes.

Cosa vuol dire, nelle condizioni del mondo di oggi, lottare per l’applicazione della Costituzione del 1948, che fonda sul lavoro la nostra Repubblica democratica? Il tema, ignorato per anni e colpevolmente messo in sonno dai partiti subito dopo il clamoroso risultato del referendum del 4 dicembre 2016, che ha respinto la controriforma renziana orientata a deformare l’assetto costituzionale secondo gli interessi del capitale finanziario e di un’oligarchia di comando, è stato con efficacia riproposto all’attenzione del dibattito pubblico dall’Assemblea per la democrazia e l’uguaglianza, organizzata da Anna Falcone e Tomaso Montanari al teatro Brancaccio di Roma il 18 giugno scorso. In questo nuovo contesto indubbiamente suscita interesse il saggio di Giorgio Lunghini e Luigi Cavallaro dal titolo La Costituzione come programma economico, pubblicato sul numero 4/2017 di Micromega in un almanacco di economia che esplicitamente propone di «tornare a Keynes». Una visione che, sebbene gli autori non lo dichiarino in modo esplicito, sul terreno politico inevitabilmente ci riconduce al compromesso socialdemocratico, e dunque alla pratica politica del riformismo. Anche perché, come essi stessi sottolineano, l’economia è una disciplina in cui «l’elemento politico ha un peso importante e perfino determi- nante». Andiamo a vedere. (Continua a leggere…)