Se nell’anno trascorso la nostra associazione ha continuato ad essere attiva, lo si deve non certo a me e alle mie altalenanti condizioni di salute (che permangono), ma alla tenacia delle compagne e dei compagni del CD, che qui voglio ringraziare di vero cuore, riservando un particolare e affettuoso ringraziamento a Paolo Ciofi, vera “spinta propulsiva” per tutti noi, che trarrà le conclusioni di questa assemblea.
Non possiamo ovviamente prescindere in questa sede da considerazioni sul voto del 4 marzo scorso, un voto che consegna la vittoria alla Lega di Matteo Salvini e al M5S di Luigi Di Maio.
Con questa situazione inedita bisogna fare i conti con realismo, con coraggio, con la consapevolezza della gravità della crisi. Questa Italia è il paese in cui, fino a qualche anno fa, nessuno avrebbe immaginato un uomo che andasse in giro avvolto nel tricolore a sparare ai “negri”. Di fronte agli istinti razzisti e fascisti, di fronte alle spinte egoistiche e alla cura ossessiva degli interessi privati, di fronte al disprezzo per gli altri o al disinteresse per il destino degli altri, sembra che non esistano più anticorpi. S’è liquefatto lo spirito pubblico, disperso il senso di comunità, smarrita l’attenzione al bene comune. Si sono spezzati i legami sociali oltreché quelli politici. E ora? Come si libera il campo dalle macerie per ricostruire una sinistra? Che cosa può fare ciascuno di noi? Che cosa la nostra associazione? Continua a leggere “Relazione di Gennaro Lopez, Presidente di Futura Umanità all’assemblea annuale del 17 Marzo”
Mese: marzo 2018
Assemblea Annuale di Futura Umanità
Si è svolta sabato 17 marzo l’assemblea annuale dei soci della nostra Associazione che ha visto la partecipazione e gli interventi al dibattito di numerosi soci. Sono state approvate le modifiche allo Statuto ed il bilancio 2017.
Con l’occasione segnaliamo che è disponibile il libro che raccoglie gli atti del nostro convegno “A cent’anni dalla rivoluzione di ottobre” con gli interventi di Aldo Tortorella, Michele Prospero, Raffaele D’agata, Andrea Sonaglioni, Alexander Hobel, Angelo D’orsi, Mario Tronti, Fulvio Lorefice, Pasquale Voza, Raoul Mordenti, Luciana Castellina, Gennaro Lopez, Guido Liguori, Piero Di Siena, Stefano Petrucciani, Paolo Ciofi, Francesca Chiarotto, Maurizio Acerbo, Dino Greco.
Chi è interessato a riceverne una copia può richiederla tramite mail a:
mruggia@libero.it
Il costo per i soci è di Euro 8 (anziché 12).
Per quanti rinnovano o richiedono la tessera dell’associazione per il 2018 il costo è di euro 5.
In entrambi i casi per le spese di spedizione occorre aggiungere euro 1,50.
Il pagamento può essere effettuato mediante bonifico bancario
IT34E0312705006000000001420
o tramite pay pal seguendo le istruzioni riportate sul nostro sito
Pubblicato il libro “A Cent’anni dalla Rivoluzione di Ottobre”

Atti del Convegno promosso da «Futura Umanità. Associazione per la storia e la memoria del Pci» Roma, 28-29 settembre 2017.
A cura di Paolo Ciofi e Gennaro Lopez.
«Tenere viva con serio studio la memoria storica delle vicende del movimento operaio socialista e comunista nelle sue diverse forme e dunque del Pci, che ne fu parte autonoma e originale, non dovrebbe essere considerato unicamente un interesse delle formazioni che si dicono di sinistra, un interesse peraltro stolidamente negato da quelle nate sotto il segno della damnatio memoriae. Tra l’altro, chi ha abbracciato questa pratica dicendosi innovatore non ha fatto altro che imitare, oltre che pessimi modelli antichi, un tragico costume dell’età staliniana, quando la cancellazione delle immagini visive dei capi dell’ottobre, a partire da Trotsky, precedeva o seguiva la cancellazione fisica».
(Dalla relazione di Aldo Tortorella)
IL LIBRO PUO’ ESSERE ACQUISTATO DAI SOCI CHE RINNOVANO LA TESSERA PER IL 2018 AL PREZZO DI EURO 5 (INVECE CHE 12) IN OCCASIONE DELL’ASSEMBLEA ANNUALE DELL’ASSOCIAZIONE IL PROSSIMO 17 MARZO C/O VIA GALILEI N.53 ROMA ORE 10.00
Il Comunismo italiano tra presente e passato
Intervista a Fulvio Lorefice sulla situazione politica italiana rilasciata alla rivista americana Jacobin con il titolo “Italy’s Past Glories”
Il Partito Comunista Italiano (PCI) era un partito con sensibilità diverse. Secondo Palmiro Togliatti era una ‘giraffa’ con una tradizione democratica e nazional-popolare, ma legato allo stesso tempo alla parabola leninista del Comintern. Durante la leadership riformatrice di Enrico Berlinguer negli anni ’70 e nei primi anni ’80, il PCI rimase attaccato a questo passato, anche se cercò di accentuare la sua autonomia da Mosca. Il PCI morì insieme all’Unione Sovietica nel 1991, quale eredità ha lasciata il comunismo italiano?
«Neppure i morti saranno al sicuro dal nemico, se vince». Il comunismo italiano non si è sottratto al celebre vaticinio di Benjamin. Se è vero che quell’eredità continua ad informare alcune culture politiche della sinistra italiana è altrettanto vero che nella sua traduzione maggioritaria, quella cioè «migliorista», forte è l’impronta «nemica».
Il realismo di Togliatti era finalizzato alla costruzione di rapporti di forza favorevoli nella società e si inscriveva in un disegno politico di emancipazione e progresso. Dopo l’89 il «migliorismo» degli ex Pci è consistito invece in una semplice funzione descrittiva della realtà: un pragmatismo politico fine a se stesso, privo di referenti sociali e orizzonte strategico. Per costoro la rincorsa ad un baricentro politico che andava spostandosi a destra non è mai finita, per legittimare questa deriva si è svuotato di significato il lessico togliattiano che ha assunto una funzione ornamentale. Nella percezione comune il «peggiorismo», andrebbe così definita la cultura politica della destra Pci dopo l’89, rappresenta drammaticamente uno dei principali lasciti del comunismo italiano in termini di cultura politica. La cultura del conflitto per i beni economici è stata accantonata, come se i paradigmi legati ai valori, ai diritti civili, alla partecipazione cognitiva avessero vita autonoma.
Nel discorso politico della sinistra italiana prevale non a caso una lettura del cambiamento addomesticata, che prescinde sostanzialmente dal tema del conflitto. Si è perso di vista un dato ben presente a Togliatti, quello dell’essenzialità della pressione dal basso da parte delle classi subalterne in vista della conquista e della stabilizzazione di nuovi spazi di democrazia e di avanzamento sociale. Senza la dimensione del conflitto, tutto si riduce infatti alla pura e semplice amministrazione dell’esistente.
Per il resto del comunismo italiano sopravvive poco altro: alcune prestigiose figure sono state culturalmente imbalsamate, altre demonizzate e accusate di ogni nefandezza. Eppure basta sfogliare alcune riviste non direttamente politiche – come «Il Contemporaneo», «Riforma agraria» o «Cinemasessanta» – per avere un’idea di quel patrimonio.
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