Mario Ruggiano

Ho conosciuto Paolo alla nascita della sua “creatura”: Futura Umanità, associazione per la storia e la memoria del PCI.

Su suggerimento di Nino Ferraiuolo, mi telefonò per incontrarmi e chiedermi di occuparmi della organizzazione e della amministrazione della nascente associazione. Come tanti compagni mi sentivo orfano dopo lo scioglimento del Pci di cui ero stato un piccolo dirigente locale a Napoli come segretario della sezione San Giuseppe Porto e poi nella segreteria della Zona Centro.

Rimasi molto colpito dalla personalità e dalla storia di Paolo e accettai con entusiasmo la sua proposta che mi consentiva, dopo anni di delusione politica, di prendere parte attiva ad un progetto che si proponeva, come poi è stato, di fungere da stimolo per un recupero della storia e della memoria del Pci non come “un’operazione nostalgica, anche se la nostalgia è un sentimento da non disprezzare e tanto meno un ritorno al passato, che del resto sarebbe impossibile. Ma uno strumento per attrezzarsi ad agire nel presente, a incidere nella realtà per trasformarla e costruire il futuro”.

In questi anni di lavoro insieme ho imparato molto da Paolo: la sua tenacia, la sua capacità di usare un linguaggio comprensibile a tutti espressa bene nei suoi libri e nelle sue conversazioni; negli interventi sempre puntuali; nei tanti convegni che la nostra associazione ha promosso sotto la sua attenta guida.

E soprattutto ho imparato a volergli bene.

Senza di lui siamo tutti un po’ più poveri, ma continueremo le sue battaglie perché illuminanti in questi anni bui.