La Via di Togliatti: Un’Opportunità Storica per il Movimento Comunista Internazionale

Di Tiziano Bordoni

Nel caldo agosto del 1964, con il movimento comunista internazionale lacerato dalla frattura sino-sovietica consumatasi l’anno precedente, Palmiro Togliatti consegnava alla storia le sue ultime riflessioni nel Memoriale di Yalta. In quelle pagine dense di pensiero politico si intravedeva non solo l’analisi lucida di una crisi, ma soprattutto una via d’uscita che, se compresa e seguita, avrebbe potuto aprire scenari molto diversi per il movimento operaio internazionale.

Al centro della riflessione togliattiana si ergeva una visione che andava ben oltre il tentativo di mediazione tra le posizioni sovietiche e cinesi. Il suo concetto di policentrismo non era una semplice soluzione organizzativa, ma incarnava un principio teorico e politico fondamentale: il marxismo come pensiero vivente, capace di adattarsi e fiorire nelle diverse esperienze storiche dei popoli. La via italiana al socialismo, in questa prospettiva, non rappresentava un’eccezione alla regola, ma diventava essa stessa applicazione concreta di un principio: ogni popolo doveva trovare la propria strada verso il socialismo, radicata nella realtà nazionale della composizione di classe e dello sviluppo delle forze produttive.

Questa intuizione, applicata nel vivo della frattura tra gli stati socialisti, avrebbe permesso di trasformare le differenze da motivo di divisione in fonte di arricchimento reciproco. Le divergenze tra sovietici e cinesi erano anche il riflesso di condizioni storiche e materiali profondamente diverse: l’URSS, nata in un contesto di arretratezza industriale ma con una classe operaia organizzata, aveva seguito un percorso necessariamente diverso dalla Cina, che aveva dovuto adattare il marxismo a una realtà prevalentemente rurale. Togliatti comprendeva che queste differenze non andavano superate imponendo un modello unico, ma riconosciute come parti di una stessa dialettica rivoluzionaria.

Da questa visione scaturiva naturalmente l’idea di nuove forme di coordinamento internazionale, basate sul confronto e il rispetto tra le parti, piuttosto che su imposizioni dall’alto. Le conferenze dei partiti comunisti potevano trasformarsi in veri luoghi di elaborazione teorica e strategica, dove le diverse esperienze nazionali si incontravano arricchendosi a vicenda.

Nel pensiero togliattiano, il rapporto tra socialismo e democrazia assumeva un ruolo centrale. La democrazia progressiva non era un semplice adattamento tattico alle condizioni occidentali, ma una componente essenziale del cammino verso il socialismo nei paesi capitalisti avanzati. La sua insistenza sulla necessità di forme innovative di partecipazione popolare, che non nascondessero le difficoltà presenti nello sviluppo socialista, sarebbe stata di aiuto nel rafforzamento del sostegno popolare nell’affrontare oggettive difficoltà e sfide.

Il dibattito ideologico, nella visione di Togliatti, non doveva essere né soffocato in nome di un’unità formale, né esasperato fino alla rottura. Le divergenze teoriche andavano gestite attraverso un confronto costruttivo che mantenesse vivo il marxismo come strumento critico, evitando sia la deriva dogmatica che quella revisionista.

Il “laboratorio italiano”, con la sua combinazione di lotte di massa, presenza istituzionale e flessibilità tattica, dimostrava concretamente come il marxismo potesse adattarsi creativamente a contesti diversi.

Il pensiero di Togliatti richiedeva una maturità politica e teorica che non venne sempre raggiunta nel movimento comunista internazionale, ma rimane una preziosa risorsa anche oggi in uno scenario molto più difficile per il movimento operaio e per le forze che aspirano ad una società diversa e più giusta.

Rileggere oggi il Memoriale di Yalta significa non solo comprendere meglio un momento cruciale della storia del socialismo, ma anche recuperare strumenti teorici e politici per affrontare le sfide contemporanee. Il pensiero di Togliatti ci invita a vedere nelle differenze non un ostacolo, ma un’opportunità per costruire un futuro socialista più ricco e inclusivo.

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