Pubblicato il libro “A Cent’anni dalla Rivoluzione di Ottobre”

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Atti del Convegno promosso da «Futura Umanità. Associazione per la storia e la memoria del Pci» Roma, 28-29 settembre 2017.

A cura di Paolo Ciofi e Gennaro Lopez.

«Tenere viva con serio studio la memoria storica delle vicende del movimento operaio socialista e comunista nelle sue diverse forme e dunque del Pci, che ne fu parte autonoma e originale, non dovrebbe essere considerato unicamente un interesse delle formazioni che si dicono di sinistra, un interesse peraltro stolidamente negato da quelle nate sotto il segno della damnatio memoriae. Tra l’altro, chi ha abbracciato questa pratica dicendosi innovatore non ha fatto altro che imitare, oltre che pessimi modelli antichi, un tragico costume dell’età staliniana, quando la cancellazione delle immagini visive dei capi dell’ottobre, a partire da Trotsky, precedeva o seguiva la cancellazione fisica».
(Dalla relazione di Aldo Tortorella)

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Il Comunismo italiano tra presente e passato

Intervista a Fulvio Lorefice sulla situazione politica italiana rilasciata alla rivista americana Jacobin con il titolo “Italy’s Past Glories”

Il Partito Comunista Italiano (PCI) era un partito con sensibilità diverse. Secondo Palmiro Togliatti era una ‘giraffa’ con una tradizione democratica e nazional-popolare, ma legato allo stesso tempo alla parabola leninista del Comintern. Durante la leadership riformatrice di Enrico Berlinguer negli anni ’70 e nei primi anni ’80, il PCI rimase attaccato a questo passato, anche se cercò di accentuare la sua autonomia da Mosca. Il PCI morì insieme all’Unione Sovietica nel 1991, quale eredità ha lasciata il comunismo italiano?

«Neppure i morti saranno al sicuro dal nemico, se vince». Il comunismo italiano non si è sottratto al celebre vaticinio di Benjamin. Se è vero che quell’eredità continua ad informare alcune culture politiche della sinistra italiana è altrettanto vero che nella sua traduzione maggioritaria, quella cioè «migliorista», forte è l’impronta «nemica».

Il realismo di Togliatti era finalizzato alla costruzione di rapporti di forza favorevoli nella società e si inscriveva in un disegno politico di emancipazione e progresso. Dopo l’89 il «migliorismo» degli ex Pci è consistito invece in una semplice funzione descrittiva della realtà: un pragmatismo politico fine a se stesso, privo di referenti sociali e orizzonte strategico. Per costoro la rincorsa ad un baricentro politico che andava spostandosi a destra non è mai finita, per legittimare questa deriva si è svuotato di significato il lessico togliattiano che ha assunto una funzione ornamentale. Nella percezione comune il «peggiorismo», andrebbe così definita la cultura politica della destra Pci dopo l’89, rappresenta drammaticamente uno dei principali lasciti del comunismo italiano in termini di cultura politica. La cultura del conflitto per i beni economici è stata accantonata, come se i paradigmi legati ai valori, ai diritti civili, alla partecipazione cognitiva avessero vita autonoma.

Nel discorso politico della sinistra italiana prevale non a caso una lettura del cambiamento addomesticata, che prescinde sostanzialmente dal tema del conflitto. Si è perso di vista un dato ben presente a Togliatti, quello dell’essenzialità della pressione dal basso da parte delle classi subalterne in vista della conquista e della stabilizzazione di nuovi spazi di democrazia e di avanzamento sociale. Senza la dimensione del conflitto, tutto si riduce infatti alla pura e semplice amministrazione dell’esistente.

Per il resto del comunismo italiano sopravvive poco altro: alcune prestigiose figure sono state culturalmente imbalsamate, altre demonizzate e accusate di ogni nefandezza. Eppure basta sfogliare alcune riviste non direttamente politiche – come «Il Contemporaneo», «Riforma agraria» o «Cinemasessanta» – per avere un’idea di quel patrimonio.

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Il Partito comunista e il nuovo Stato | Palmiro Togliatti

In occasione dell’anniversario della fondazione del Pci (21 gennaio 1921), pubblichiamo uno scritto di Palmiro Togliatti

Ringrazio gli organizzatori di questo corso per avermi dato la possibilità di intervenire in questa ultima lezione, e ringrazio anche per il tema che mi hanno assegnato, chiedendomi di parlare delle nostre posizioni, come Partito comunista, rispetto al Nuovo Stato. Li ringrazio perchè il tema per noi e per il nostro paese è stato ed è di grande importanza , ed anche per il fatto che a questo proposito alle volte si sentono ancora circolare giudizi non precisamente esatti (Continua…)

Scarica e leggi il testo di Palmiro Togliatti

A Cento anni dalla Rivoluzione d’Ottobre: l’Urss, la via italiana e il ripensamento del socialismo

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In occasione del centenario della Rivoluzione di Ottobre, lo scorso 28-29 settembre, Futura Umanità Associazione per la storia e la memoria del Pci, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia dell’Università La Sapienza, hanno promosso due giornate di analisi e di confronto sul tema “L’Urss, la via italiana e il ripensamento del socialismo”.

Di seguito pubblichiamo: il programma, in rosso i link al testo degli interventi e la registrazione video dell’iniziativa
Prima sessione 
La presa del Palazzo d’inverno e la strategia di Lenin. Il significato di una rottura storica . Relatore Michele Prospero

Saluto di Aldo Tortorella  
Comunicazioni
Il contesto e gli effetti internazionali Raffaele D’Agata
L’economia e la trasformazione della società Andrea Sonaglioni
Il socialismo in un solo Paese. Stalin, la guerra fredda e la fine dell’Urss Alex Hobel
I rapporti internazionali e le nuove guerre dopo la dissoluzione dell’Urss Angelo d’Orsi

Interventi: Mario Tronti, Fulvio Lorefice, Pasquale Voza, Raul Mordenti

Luciana Castellina, che non ha potuto partecipare all’iniziativa perchè in Cina, ha inviato un testo che è stato distribuito ai presenti nel corso della giornata.

Seconda sessione
L’Ottobre rosso, l’Italia e la strategia del Pci. Relatore Gennaro Lopez
Comunicazioni
Gramsci. Dalla rivoluzione d’Ottobre alla rivoluzione in Occidente
Guido Liguori
Togliatti. La Costituzione e la via italiana al socialismo Piero Di Siena
Le idee di socialismo nel pensiero politico contemporaneo Stefano Petrucciani
Berlinguer e la terza fase del movimento operaio. Presupposti e condizioni di un nuovo socialismo Paolo Ciofi

Interventi: Maurizio Acerbo, Francesca Chiarotto, Eleonora Forenza, Dino Greco

*Pubblicheremo ulteriori testi man mano che perverranno.

Registrazione video delle due giornate

La sinistra e il programma. Il tempo è scaduto

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Articolo di Paolo Ciofi

Il lettino dello psichiatra, suggerito da Eugenio Scalfari, non basta per portare allo scoperto le ferite inferte da Matteo Renzi alla sinistra e alla democrazia. Con l’uomo di Rignano il Pd ha compiuto la sua parabola ed è diventato il partito di un uomo solo al comando: un altro partito padronale schierato sfacciatamente sul fronte del capitale, che usando l’etichetta del socialismo tenta di coprire con la demagogia una politica di destra. Dannosa soprattutto per tutti coloro, uomini e donne, i quali per vivere devono lavorare, ma anche per l’intero Paese.

È una realtà che la comunicazione dominante edulcora o nasconde. D’altra parte, scissa dal sociale, la politica è stata pressoché privatizzata, con il risultato che il mondo del lavoro e i ceti subalterni si sono ritrovati senza un partito che li rappresentasse e li organizzasse. Rigettati nel recinto della prepolitica, oggi vivono in uno stato di sofferenza, di precarietà e di paura, che opportunamente eccitato finirà per favorire Berlusconi e le destre più estreme. Se non si prende atto di questo stato delle cose, a sinistra non si farà alcun reale passo avanti. Continua a leggere “La sinistra e il programma. Il tempo è scaduto”