Nell’ottantesimo anniversario del lancio della bomba atomica statunitense su Hiroshima, seguito tre giorni dopo da un’analoga bomba su Nagasaki, pubblichiamo l’articolo non firmato, ma certamente di Togliatti, che apparve su Rinascita, 1945 n. 7/8, a commento delle atomiche sul Giappone, dal quale emerge la chiara coscienza, in tempo reale, che una nuova fase storica si era aperta, che cambiava la natura stessa della guerra e che per la prima volta era in pericolo la stessa civiltà umana. Uno scritto che ci sembra di stringente, drammatica attualità.

Sotto due aspetti può essere considerata l’invenzione della bomba cosiddetta “atomica”. Il primo riguarda l’innegabile e spaventoso progresso dei mezzi di distruzione materiale impiegabili in un conflitto armato fra i popoli e gli Stati. Il secondo riguarda la possibilità che l’invenzione si accompagni alla scoperta di una nuova sorgente di energia a scopi di produzione, il che potrebbe significare, a breve scadenza, una nuova rivoluzione industriale, analoga a quella che fu causata dalla scoperta della macchina a vapore. I rapporti della stampa, evidentemente tendenziosi e privi per forza di ogni carattere scientifico, non permettono di dire nulla a proposito di questa seconda ipotesi. Rimane il fatto, che sembra non possa essere messo in dubbio, della scoperta di un esplosivo il quale rende possibile la distruzione istantanea di una città intiera o quasi, e di un agglomerato di centinaia di migliaia di uomini, donne, bambini. Che questa scoperta sia di per sé destinata a rendere impossibili le guerre, non è però cosa da credersi. Non hanno avuto questo risultato né la scoperta della dinamite, né quella della nitroglicerina, né alcun altro degli improvvisi progressi della tecnica di guerra. Altrettanto inammissibile è l’affermazione che il possesso del “segreto” della bomba “atomica” renda definitiva la supremazia mondiale di determinate potenze. Il progresso scientifico non si produce mai a salti, né vi è scoperta la quale, corrispondendo allo sviluppo generale della indagine tecnica e del pensiero, possa rimanere a lungo un “segreto”. La bomba “atomica”, segreto di guerra angloamericano oggi, sarà senza dubbio entro un periodo di tempo più o meno lungo patrimonio comune di tutti quei popoli e di quegli Stati che, volendo fare la guerra, saranno in grado di procurarsi i mezzi a questa adeguati.