di Sergio Gentili
a visita del premier cinese XI a Mosca, per imbastire un negoziato di pace per la guerra in Ucraina, è una novità rilevante.
Per la prima volta, la Cina si propone come mediatore credibile, ed agisce come tale, per trovare spazi e contenuti per porre fine al sanguinoso e distruttivo conflitto armato tra ucraini e russi.
Che ci sia nello scenario internazionale una grande potenza che si propone di trovare una via di trattativa per interrompere la guerra è un bene per tutti
Anche perché, dopo un anno di guerra barbarica, gli USA e l’UE non hanno ancora proposto un piano di pace, ma si sono avvitati sulla spirale di morte: più armi, più guerra, più armi distruttive, più guerra distruttiva.
Appare drammaticamente evidente a tutti, che il paese guida del capitalismo mondiale non riesce a indicare una soluzione politica del conflitto. Ciò si spiega solo perché è avvitato sull’ideologia della competizione a tutti i costi e rifiuta la realtà: il mondo è multipolare e ciò richiede diplomazia, cooperazione, trattative e non la forza delle armi.
Per questo non riesce a svolgere una leadership di pace e ciò, nell’epoca atomica, mette in pericolo il presente e il futuro di tutto il genere umano.
La proposta cinese richiede a tutti i paesi, compresi USA e paesi europei, di “sostenere la Russia e l’Ucraina nel lavorare nella stessa direzione e riprendere il dialogo diretto il più rapidamente possibile, in modo da ridurre gradualmente la situazione e raggiungere infine un cessate il fuoco globale.”
Putin ha dichiarato che guarda “con interesse” alle proposte cinesi, Kiev dichiara di seguire con interesse gli sviluppi dell’iniziativa di XI.
Viceversa, la Casa Bianca dice no e intima agli ucraini di non prendere in considerazione l’iniziativa cinese.
Non si capisce perché si dovrebbe dire no alla minimalista proposta di sedersi ad un tavolo e di iniziare a discutere un possibile cessate il fuoco.
Ciò avvantaggerebbe Putin, dicono i governanti democratici americani.
Ma dire no ha il solo significato di proporre una guerra infinita, ad oltranza, nella speranza di fiaccare Putin a suon di morti ucraini e russi. Questa strategia cinica è inaccettabile.
Più in generale, appare evidente che la Casa Bianca non vuole accettare la realtà: il mondo è multipolare e quindi “nessun paese è superiore agli altri, nessun modello di governo è universale e nessun singolo Paese dovrebbe dettare l’ordine internazionale”.
Sono concetti attualizzati, riproposti dalla diplomazia cinese, della cooperazione internazionale e della coesistenza pacifica che propone una visione del mondo alternativa a quella capitalistica della sfrenata competizione, con ogni mezzo, per il dominio unilaterale del mondo.
Ora che XI apre uno spiraglio di trattativa che cosa dirà il governo italiano? si allineerà al no americano o si attiverà per avviare una trattativa di pace?
Anche alle forze politiche italiane si porrà la stessa questione. Dovrebbero attivarsi per rimuovere il no dell’attuale governo americano, chiedere che i 12 punti cinesi vengano assunti come base di una trattativa e che anche l’Europa agisca in questa direzione.
I partiti, i sindacati, i movimenti, le varie forze della pace e ogni singola persona, oggi, hanno una proposta politica concreta su cui mobilitarsi. Sarebbe veramente un guaio sciupare e non sostenere questa concreta possibilità di trattativa per la pace