Gramsci e la ricezione brasiliana

Di Lelio La Porta

Il seguente articolo è stato già pubblicato su “il manifesto” del 20 marzo 2025. L’articolo è reperibile al seguente link.

La libertà di pensiero è una delle massime conquiste della modernità, scrive Gramsci in una nota dei Quaderni del carcere da cui trae origine un nuovo tipo di filosofo, il «filosofo democratico», cioè (il) filosofo convinto che la sua personalità non si limita al proprio individuo fisico, ma è un rapporto sociale attivo di modificazione dell’ambiente culturale».

Carlos Nelson Coutinho (1943 – 2012), studioso brasiliano specialmente del comunista sardo, è stato un tipico filosofo democratico nel senso gramsciano dell’espressione e se ne ha conferma leggendo nove suoi saggi raccolti in un prezioso volume e curati da Guido Liguori e Alvaro Bianchi (C. N. Coutinho, Scritti gramsciani, Bordeaux, pp. 225, euro 20).

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Gramsci e la Rivoluzione d’Ottobre

Di Guido Liguori

In occasione dell’ anniversario della Rivoluzione d’Ottobre, per ricordare il grande evento che diede la sua impronta a tutto il XX secolo e oltre, pubblichiamo in questi giorni alcuni articoli sui fatti del 1917 e sulla loro interpretazione.

Questo articolo di Guido Liguori è tratto da Critica Marxista. 2017, n, 3-4.

La peculiare formazione di Gramsci gli fece scorgere nelle due rivoluzioni russe del 1917 l’inveramento delle sue concezioni soggettivistiche. La successiva comprensione della differenza tra “Oriente” e “Occidente” lo portò a una rivoluzione del concetto di rivoluzione, senza fargli rinnegare l’importanza storica dell’Ottobre né la solidarietà di fondo con il primo Stato socialista della storia.

A cento anni dalla Rivoluzione d’Ottobre e a ottant’anni dalla morte di Gramsci non è inutile tornare sulla lettura che nel 1917 l’allora ventiseienne socialista sardo diede dei fatti di Russia e anche su cosa poi rimase di tale interpretazione nel suo bagaglio teorico-politico più maturo. La rivoluzione guidata da Lenin, infatti, costituì per il giovane sardo trapiantato a Torino un punto di svolta politico, teorico ed esistenziale a partire dal quale iniziò la maturazione del suo pensiero e la sua vicenda di comunista. Per comprendere come Gramsci si rapportò alla Rivoluzione d’Ottobre occorre dunque partire in primo luogo dalla consapevolezza che Gramsci fu sempre, dagli anni torinesi alle opere del carcere, non solo un teorico della rivoluzione, ma un rivoluzionario. È quanto ebbe a sottolineare Palmiro Togliatti, nell’ambito del primo dei convegni decennali dedicati al pensiero di Gramsci, che ebbe luogo a Roma nel gennaio 1958, affermando: «G. fu un teorico della politica, ma soprattutto fu un politico pratico, cioè un combattente […]. Nella politica è da ricercarsi la unità della vita di A.G.: il punto di partenza e il punto di arrivo».

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La Rivoluzione contro “Il Capitale”

Di Antonio Gramsci

In occasione dell’ anniversario della Rivoluzione d’Ottobre, per ricordare il grande evento che diede la sua impronta a tutto il XX secolo e oltre, pubblichiamo in questi giorni alcuni articoli sui fatti del 1917 e sulla loro interpretazione.

Questo articolo, La rivoluzione contro “Il Capitale”, scritto originariamente da Gramsci per il n. 697, 1° dicembre 1917, del «Grido del Popolo», era stato interamente soppresso dal censore. Dopo la pubblicazione in forma di editoriale nell’«Avanti!» del 24 dicembre 1917, esso verrà ristampato da Gramsci nel «Grido del Popolo», n. 702, 5 gennaio 1918 (a firma A. G.) con la seguente avvertenza: “La censura torinese ha una volta completamente imbiancato questo articolo nel «Grido». Lo riproduciamo ora dall’«Avanti!» passato al crivello delle censure di Milano e di Roma”.
Di questo articolo gramsciano parlò Togliatti nel corso della sua relazione, intitolata Gramsci e il leninismo, al primo Convegno di studi gramsciani svoltosi a Roma nei giorni 11-13 gennaio 1958. Gli atti del Convegno sono raccolti nel volume Studi gramsciani, Roma, Editori Riuniti, 1958 [seconda edizione 1973]. La citazione che segue è alle pp. 428-429 (Lelio La Porta)

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Gramsci e Togliatti

Di Aldo Pirone

In occasione del 60° anniversario della morte di Palmiro Togliatti, per ricordare il grande dirigente comunista scomparso a Jalta nel 1964, pubblichiamo in questi giorni alcuni scritti dedicati al suo pensiero e alla sua opera.

Il seguente brano di Aldo Pirone, già pubblicato sul sito “Parliamo di Socialismo” il 24 giugno scorso, tratta del rapporto tra Togliatti e Gramsci.

Lo scontro fra Gramsci e Togliatti

Nell’ottobre del ’26, poche settimane prima di essere arrestato, Gramsci, in una lettera redatta a nome dell’Ufficio politico del partito, pur condannando recisamente le posizioni politiche dell’opposizione interna al Pc(b) dell’Urss1 di Zinoviev-Kamenev-Trotzkij di attacco alla Nep, rivolse una critica alla maggioranza guidata da Stalin e Bucharin, invitandola a non ”stravincere” nella lotta interna per non ”distruggere” con una divisione radicale la funzione di guida internazionale svolta dall’insieme del gruppo dirigente bolscevico.

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Un partito nel nome di Gramsci

Di Guido Liguori

Il 21 agosto prossimo ricorre il 60° anniversario della morte di Palmiro Togliatti. Per ricordare il grande dirigente comunista scomparso a Jalta nel 1964 pubblichiamo in questi giorni alcuni scritti dedicati al suo pensiero e alla sua opera.

Il seguente articolo di Guido Liguori è stato già pubblicato su “il Manifesto” il 21 agosto del 2014

La decisione del segretario del Pci di difendere il dirigente comunista in carcere, forzandone talvolta le posizioni, nasceva dalla convinzione di essere in presenza di una delle figure più rilevanti del marxismo novecentesco.

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