Per una “mnemoteca” del Pci

Articolo di  Gennaro Lopez

Per noi tutti esiste una ‘zona crepuscolare’ fra storia e memoria; fra il passato come archivio generale aperto a un’indagine relativamente spassionata e il passato come parte o sfondo dei propri ricordi personali […]. L’estensione di questa zona può variare e così l’oscurità e la confusa percezione che la caratterizzano. Ma questa ‘terra di nessuno’ temporale c’è sempre ed è la parte della storia di gran lunga più difficile da afferrare, per gli storici e per chiunque.” (E.J. Hobsbawm, Anni interessanti, Rizzoli, Milano 2002).     

Mi veniva in mente questa riflessione di Hobsbawm mentre pensavo a quella ‘terra di nessuno’ che, per quanti hanno vissuto la militanza nel Pci, consiste nel ricordo di esperienze, episodi, momenti e abitudini di “vita di partito”, che possono rappresentare altrettante tessere di un mosaico capace di restituirci immagine e senso di un partito politico, di massa, che aveva un suo agire quotidiano, talvolta mitizzato oppure fatto oggetto di rappresentazioni caricaturali (il “partito-chiesa” e altre amenità, via via scendendo fino alle… salsicce delle Feste de l’Unità). Un partito che ha vissuto settant’anni (e quali anni!) della vicenda politica e sociale dell’Italia novecentesca, ha ovviamente conosciuto trasformazioni anche molto sensibili del suo modo d’essere, della sua vita interna, ma questo è un tipo di indagine che va lasciato al lavoro degli storici, i quali, peraltro, già si sono misurati con questo compito (in proposito, per una prima, provvisoria documentazione, si può consultare la nota bibliografica inserita in calce a questo scritto). Va detto, peraltro, che esiste pure un rapporto, una relazione tra storia e memoria, un rapporto che offre il suo lato migliore quando lo si misura su un oggetto, su un contesto specifico. In ogni caso, l’obiettivo che qui proponiamo sta in un’operazione di recupero consapevole di memoria individuale e collettiva: anche in tempi di cancellazione massmediologica del passato, questo recupero è comunque un presupposto indispensabile per dare senso e direzione all’iniziativa di Futura Umanità. Scrive Gabriel Garcia Marquez in Funerali di TogliattiVivere per raccontarla: “La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla”; proprio questo tipo di memoria, in relazione a ciò che fu il Pci nella sua “quotidianità”, intendiamo contribuire a recuperare. A puro titolo esemplificativo, elenco alcuni possibili “temi” su cui sarebbe utile praticare “esercizi di memoria”: 1. Come viveva il proprio compito un segretario di sezione? Ma anche: che cosa rappresentava, agli occhi di un iscritto, il segretario di sezione? 2. Quale è stata la valenza sociale e culturale, oltre che politica, delle “Case del popolo”? 3. Quale considerazione si aveva del giornale di partito, l’Unità; come (con quale reale coinvolgimento di compagne e compagni) ne veniva organizzata la diffusione? 4. Quale ricordo si ha della “Feste dell’Unità”? rappresentavano un momento di socializzazione e in quali termini? 5. Come veniva organizzato il tesseramento? 6. Come veniva organizzata (con quale distribuzione di compiti) una campagna elettorale? 7. Come si svolgeva la discussione nelle riunioni dei comitati direttivi e delle segreterie? 8. Come venivano organizzate le assemblee e come vi si svolgeva la discussione? 9. Come veniva organizzato il congresso di sezione e quale effettivo peso esso aveva nella scelta del gruppo dirigente della sezione? 10. Quale ricordo si ha dei rapporti tra sezione e altre istanze del partito (Federazione, Regionale …)?

   Ribadisco: i dieci punti qui sopra elencati non intendono essere affatto esaustivi, altri se ne possono aggiungere, sulla base di ciò che la memoria di ciascuno di noi è in grado di suggerire. Come è evidente, abbiamo bisogno di raccogliere testimonianze e documenti; per farlo, ci serve il contributo di tutti: anche una minima, breve testimonianza, anche un documento apparentemente insignificante possono rappresentare un “tassello” utile a comporre il mosaico.

Vogliamo coltivare l’ambizione di costruire un vero e proprio progetto di “memoria collettiva”, un progetto, ospitato da questo sito, che chiameremo “Mnemoteca del Pci”.

Di che cosa si tratta?
– di un luogo aperto (meglio: una pagina aperta) in cui ognuno e ognuna, grazie alle storie di altri, potrà ritrovare una parte di sé;
– della raccolta di testimonianze, documenti, narrazioni per il recupero e la valorizzazione dell’esperienza, soprattutto sociale e umana, rappresentata dalla “vita quotidiana del Pci”.
Il valore aggiunto della “mnemoteca”, rispetto ad un qualsiasi archivio storico, sta nella sua funzione, non immediatamente riconducibile ad ambiti di ricerca né solo di “conservazione” e/o archiviazione. L’obiettivo fondamentale sta nel “fare memoria”: non per nostalgia né per autocelebrazione. Fare memoria significa dar valore alle persone, alla loro soggettività che si fa storia collettiva: non storia “minore”, ma storia vissuta.

Proposte bibliografiche (in ordine cronologico, a partire dal titolo più recente).
– Fabio Calè, Popolo in festa. 60 anni di feste de l’Unità, Donzelli 2011.
– Eva Paola Amendola, Storia fotografica del Pci, Editori Riuniti 2005.
– Diego Novelli, Com’era bello il mio Pci, Melampo 2002.
– Stefania Franchi, Tango e il Pci. Comunisti e satira nell’Italia del dopoguerra, Rubbettino 2000.
– Edoardo Novelli, C’era una volta il Pci, Editori Riuniti 2000.
– Massimo Ilardi – Aris Accornero, Il Pci. Struttura e storia dell’organizzazione, Feltrinelli 1981.
– Storia fotografica del Pci, Editori Riuniti 1981.
– Giuseppe Are, Radiografia di un partito. Il Pci negli anni Settanta, Rizzoli 1980.
– Giorgio Colorni, Storie comuniste. Passato e presente di una sezione comunista attraverso la vita dei suoi militanti, Feltrinelli 1979.
– Giancarlo Poggi, L’organizzazione partitica del Pci e della Dc, Il Mulino 1978.
– John Fraser, L’intellettuale amministrativo nella politica del Pci, Liguori 1977.
– Marcello Flores d’Arcais (a cura di), Il quaderno dell’attivista, Mazzotta 1976.
– Cesare Pillon, I comunisti nella storia d’Italia, Teti 1970.