Articolo di Lelio La Porta
Sabato primo marzo 2014 alle ore 19,30 è andato in onda, come tutte le sere, il Telegiornale Regionale del Lazio sulla Terza Rete della Televisione di Stato. A cura di Betty Beltrami è stato proposto un servizio sulla presentazione, avvenuta a Roma la mattina, di un documentario di Andrea Rusic su Petroselli (nato il 1° marzo 1932).
La giornalista, dopo aver ricordato la provenienza di Petroselli da Viterbo, dove era stato segretario della Federazione di un Partito non citato e quindi, probabilmente, mai esistito, e aver rammentato il suo ruolo di direzione del Comitato regionale del Lazio di non si sa quale Partito, chiudeva con un’autentica chicca, relativa alla morte di Petroselli, avvenuta, veniva detto nel servizio, «al termine di un accorato intervento al Comitato centrale del Pd». Insomma, la Beltrami, pur di non nominare il Partito comunista, si è sottoposta a delle giravolte verbali audaci e quasi ingenue nella loro profonda (e forse voluta) ignoranza.
Ricordiamo che Petroselli è morto il 7 ottobre del 1981, quando ancora esisteva il Pci, nelle cui liste aveva ottenuto 130.000 voti di preferenza nelle elezioni del 1981, con le quali era stato rieletto sindaco, carica che aveva già ricoperto dal 27 settembre del 1979, dopo le dimissioni di Argan. La giornalista, avrebbe detto Amendola, dovrebbe andare a studiare (non semplicemente a ripassare, come le potrebbe suggerire un qualsiasi “buonista”).
E, soprattutto, è necessario che in questa fase di “renzusconismo” le persone che hanno fatto del loro impegno politico la ragione della loro esistenza vengano ricordate per quello che sono state e che ancora sono per moltissime e per moltissimi. Petroselli era comunista e ha vissuto pienamente l’esperienza del Pci. Scrisse Pajetta su “l’Unità” dell’8 ottobre del 1981 che Petroselli era morto come Togliatti a Yalta e Di Vittorio a Lecco (e, possiamo aggiungere, come sarebbe morto Berlinguer a Padova tre anni dopo) sul lavoro, «perché in questo partito, in mezzo alla gente, inseguendo quasi l’ossessione di poter fare ancora qualche cosa è sembrato loro di poter essere pienamente se stessi».
Cliccando sul seguente link si può ascoltare e vedere il servizio in questione. Anche una risata li seppellirà! http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-983f8280-0b8a-47db-9e68-d0531b98ebce-tgr.html