E’ STATO BELLO ESSERE TRA I DANNATI

di Michele Prospero *Articolo scritto per “La Parola”- Cesena

E’ destino degli sconfitti essere esposti al ronzio delle chiacchiere dei nemici. E così i cent’anni del Pci sono diventati l’occasione per accanirsi sull’inoffensivo cadavere di quella temibile creatura nata in un teatro di Livorno. Gli ultimi e anche piccoli esemplari, insomma coloro che hanno avuto un qualche ruolo di guida in quello che fu il più grande partito di integrazione di massa d’occidente, sono spaesati ottuagenari e creativi avviati sulle orme di Greta o maschere della commedia inseriti nel mercato dell’opinare come telecronisti, registi, giallisti, documentaristi, romanzieri.

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IL V CONGRESSO DEL PCI

di Lucia Fabi e Angelino Loffredi

Presso l’Aula Magna dell’Università di Roma, alle 14,30 del 29 dicembre del 1945, Pietro Secchia apre i lavori del V Congresso del PCI. Il precedente congresso i comunisti lo avevano tenuto in semiclandestinità nel lontano 1931, alla vigilia della presa del potere di Hitler, a Colonia, in Germania . I delegati presenti sono 1800, un numero elevatissimo. E’ la prima volta che tanti comunisti si ritrovano a discutere insieme in un clima di libertà. Lo fanno a soli sette mesi dalla fine della guerra inaugurando così la stagione dei congressi, non solo del partito comunista, ma anche di tutti gli altri partiti. Qualche settimana prima Alcide De Gasperi è diventato primo ministro di un governo di unità nazionale di cui anche i comunisti fanno parte.

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L’internazionalismo, nella diversità

di Fulvio Lorefice

La spinta a collegare le sue vicissitudini a quelle del mondo circostante venne dalla guerra. In mare, negli angusti spazi di un sommergibile, l’irrequietezza giovanile si fece coscienza politica: «a me la dichiarazione di essere socialista» – scrive Barca il 25 luglio 1943, a esito del censimento politico sul sommergibile in cui è imbarcato – «è venuta spontanea» (Luciano Barca, Buscando per mare con la Decima Mas, 2013, p. 78). «Ci sono state a bordo, nelle ore di veglia, letture importanti, riflessioni critiche» ma «a sancire la scelta c’è l’arrivo a La Spezia» con l’«inatteso spettacolo» di «decine di bandiere rosse» (Barca, cit., 78-79

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