Guido Liguori
Il 14 marzo 1883 (esattamente 140 anni fa) moriva Marx. Filosofo, economista, politico, un gigante del pensiero in molti campi, ma anche un appassionato militante e dirigente politico. Non a caso Engels, ricordando l’amico sulla tomba, nel cimitero londinese di Highgate, affermava tra l’altro: “Marx era prima di tutto un rivoluzionario. Contribuire in un modo o nell’altro all’abbattimento della società capitalistica e delle istituzioni statali che essa ha creato, contribuire all’emancipazione del proletariato moderno al quale egli, per primo, aveva dato la coscienza delle condizioni della propria situazione e dei propri bisogni, la coscienza delle condizioni della propria liberazione : questa era la sua reale vocazione. La lotta era il suo elemento. Ed ha combattuto con una passione, con una tenacia e con un successo come pochi hanno combattuto”. Molte cose sono cambiate da allora, in primo luogo il lavoro e i suoi protagonisti. Eppure il Moro, come era chiamato, resta un punto di riferimento e una fonte di ispirazione per tutte le classi e i gruppi sociali in lotta per il cambiamento di se stessi e della società