“DOCUMENTO DI POSIZIONE”

di Sergio Gentili

Sono passate quasi due settimane dalla presentazione da parte della diplomazia cinese del “documento di posizione”, chiamato piano di pace, e tutto tace. Sembra non essere mai esistito. La spiegazione più probabile sta nel fatto che i media, il governo e i partiti italiani abbiano accettato il veto immediato messo dal presidente USA: “se Putin lo applaude, allora come può essere buono?”

Poi, le dichiarazioni negative del Segretario di Stato Anthony Blinken e del Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg.Anche la fida Von der Leyen ha dichiarato, senza neppure sentire i paesi dell’UE, che “Pechino non ha credibilità”. Viceversa, Zelensky si era dimostrato interessato alle proposte cinesi.Però, ancora tutto appare fermo.Ma a cosa hanno detto no e quali altre proposte di pace hanno messo in campo gli USA e l’UE? Anche qui tutto tace.Vediamo a cosa hanno detto no.

Il piano cinese è composto di 12 punti che propongono il rispetto dei principi dalla Carta delle Nazioni Unite: sovranità nazionale, indipendenza e integrità territoriale di tutti i paesi, cioè dell’Ucraina;avanzano una visione del mondo basata sulla coesistenza pacifica: “una sicurezza comune, globale, cooperativa e sostenibile e tenendo presente la pace e la stabilità a lungo termine del mondo”.Il piano propone a tutti di sostenere le parti in guerra a ”riprendere il dialogo diretto il più rapidamente possibile, in modo da ridurre gradualmente la situazione e raggiungere infine un cessate il fuoco globale.” Cioè: prima il tavolo di pace, poi il cessate il fuoco, quindi le trattative per risolvere la crisi umanitaria e la protezione dei civili e dei prigionieri di guerra, per mantenere sicure le centrali nucleari e negare l’uso delle armi nucleari; per facilitare le esportazioni di grano e rimuovere le sanzioni unilaterali, per non interrompere la cooperazione mondiale e promuovere la ricostruzione post bellica.

Non si capisce perché queste proposte possano favorire l’invasore guerrafondaio Putin.

Come non si capiscono le ragioni che impediscono di sedersi ad un tavolo di pace negando “a prescindere” il dialogo, anche se avrà tempi non brevissimi e non sarà facile far convergere posizioni contrastanti.

Il no degli occidentali fa sorgere e rafforza interrogativi inquietanti.

Se si dice no alla trattativa rimane in campo solo la prospettiva della guerra ad oltranza con il rischio di cadere sempre più nella spirale della morte: guerra e armi, più armi distruttive più guerra devastante sulla carne viva del popolo ucraino e dei giovani russi.

Più armi distruttive significa un avvicinamento rapido e irresponsabile verso l’uso delle armi atomiche e la distruzione di tutti noi.

Il piano cinese ribadisce la difesa della sovranità nazionale, dell’indipendenza e dell’integrità territoriale di tutti i paesi: perché dire no a questa proposta?

Se non si affermano i principi della carta dell’ONU, la legge che prevarrà sarà quella della nazione, o delle alleanze, forte di armi atomiche che impone, o vorrebbe imporre, i propri interessi e il proprio modello culturale e di vita al resto dell’umanità.

Ma l’attuale mondo è multipolare, più potenze possiedono le armi atomiche, e una prospettiva di dominio e non di coesistenza pacifica è semplicemente folle perché procura guerre.

L’umanità ha vissuto, sta vivendo, guerre infinite che hanno provocato milioni di morti e devastazioni immense in Afghanistan, Iraq, Siria, nei paesi del Medioriente e dell’Africa e in altre parti nel mondo.

La proposta della Cina è quella di un mondo in cui le nazioni convivano pacificamente rinunciando alla logica della guerra fredda. Se si dice di no alla coesistenza pacifica qual è l’alternativa? Si vuole un mondo di pace o percorso da guerre permanenti?

Certo, un mondo pacificato e senza nemici armati non giustificherebbe la esistenza della Nato, né le enormi spese in armamenti e né gli enormi arsenali atomici, che pur si dovrà iniziare a svuotare.

Molte sono le cose che milioni e milioni di persone in Italia, in Europa, in America e nel mondo non capiscono e non accettano. Gli USA ancora non hanno scelto il confronto per una pace giusta e Putin appare sempre più impegnato nella sua guerra. Anche il governo italiano tace, non si pronuncia, così anche i grandi partiti italiani. Nessuno, per ora, coglie l’occasione del piano cinese per uscire dalla infinita spirale sanguinosa di più guerra più armi. Quanti drammatici lutti e distruzioni si debbono sopportare prima di prendere consapevolezza che non ci sarà nessun vincitore con la guerra?

 

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