Per un rinnovamento della politica

Di Enrico Berlinguer

Il 4 dicembre 1981 Enrico Berlinguer pubblicò su Rinascita l’articolo intitolato Rinnovamento della politica e rinnovamento del Pci. Il dirigente comunista ammonisce a non considerare la politica solo in termini di partiti, di voti, di seggi e di potere. Politica sono anche movimenti, organismi ed eventi che si situano nella società, al di fuori della dimensione istituzionale, per rispondere a bisogni, idee, aspirazioni, anche per quel che attiene alla dimensione privata e alla «qualità della vita». Rispetto a queste novità i partiti devono dimostrare di sapersi rinnovare e di saper rinnovare il proprio modo di fare politica. Il segretario del Pci respinge anche i fenomeni di «americanizzazione» della politica che andavano affermandosi anche in Italia e rilancia la natura del Pci come partito di massa che non è solo partito d’opinione né vuole trasformarsi in macchina elettoralistica che ha come scopo solo il potere per il potere. Pubblichiamo il testo dell’articolo, tratto da Un’altra idea del mondo. Antologia 1969-1984, a cura di Paolo Ciofi e Guido Liguori (Editori Riuniti, 2014).

Lo sviluppo impetuoso del movimento per la pace, caratterizzato da contenuti e forme di partecipazione in parte diversi da quelli propri dei partiti, ci consente di riproporre il tema delle novità che si vanno manifestando nel rapporto tra le masse e la politica, sul quale avemmo occasione di riflettere dopo la campagna referendaria sull’aborto.

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Il delitto Matteotti

Di Lelio La Porta

Pubblichiamo l’articolo di Lelio La Porta, già apparso sul sito Parliamo di socialismo, riguardo al delitto Matteotti, del quale ricorre il centesimo anniversario. L’articolo in questione è reperibile al seguente link

Appena eletto deputato a seguito della tornata del 6 aprile del 1924 nella circoscrizione del Veneto con 1585 voti di preferenza (32.383 voti di lista), Gramsci, ancora a Vienna, scrisse alla moglie Giulia a Mosca una lettera dalla quale si evince il clima di intimidazione in cui si erano svolte le elezioni stesse, la denuncia del quale costerà la vita a Matteotti: “Pare che proprio questa volta il destino crudele abbia proprio voluto che io fossi deputato di … Venezia. Andrò quindi in Italia per qualche giorno, ma poi ritornerò ad uscirne per andare all’esecutivo allargato. Le elezioni sono andate molto bene per noi. Le notizie che il partito ha ricevuto dai vari posti sono ottime: abbiamo preso 304.000 voti ufficialmente, ma in realtà ne avevamo certamente presi di più del doppio e i fascisti hanno pensato di attribuirseli, cancellando con la gomma il segno comunista e tracciandone uno fascista. Quando penso a ciò che sono costati agli operai e ai contadini i voti datimi, quando penso che a Torino sotto il controllo dei bastoni 3000 operai hanno scritto il mio nome e nel Veneto altri 3000 in maggioranza contadini hanno fatto altrettanto, che parecchi sono stati bastonati a sangue per ciò, giudico che una volta tanto l’essere deputato ha un valore e un significato. Penso che però per fare il deputato rivoluzionario in una Camera dove 400 scimmie ubriache urleranno continuamente ci vorrebbe una voce e una resistenza superiori a quelle che io abbia. Ma cercherò di fare del mio meglio: sono stati eletti alcuni operai energici e robusti che io conosco bene e conto di poter svolgere un lavoro non del tutto inutile. Qualche fascista di mia conoscenza si torcerà più di una volta dalla rabbia. Ma di ciò parleremo a voce perché ci sarà tempo, dato che la Camera si aprirà solo il 24 maggio e alle prime riunioni io non potrò assistere perché sarò vicino a te per mostrarti la lingua, in attesa di mostrarla a … Mussolini”.

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Contro il ritorno del fascismo e la sua apologia

Condividiamo i comunicati diffusi da Maurizio Acerbo per Pace Terra e Dignità e la segreteria provinciale dall’Anpi di Ferrara, critici verso l’emissione di un francobollo commemorativo per Italo Foschi, fascista, squadrista, repubblichino.

L’Associazione condivide le critiche dei due comunicati invitando a diffonderli.

«Poste Italiane ha emesso un francobollo dedicato a Italo Foschi, militante fascista, organizzatore dello squadrismo a Roma, fedele a Mussolini fino alla Repubblica di Salò, quando l’Italia subiva gli eccidi delle brigate nere e delle SS nazisti, noto anche per essersi congratulato con Amerigo Dumini, scrivendogli che era un eroe per l’assassinio di Giacomo Matteotti, uomo libero coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee.

Mentre pertanto in questi giorni ricordiamo l’assassinio di Giacomo Matteotti ad opera delle squadre fasciste, Il governo del nostro Paese omaggia negli stessi giorni, con un francobollo, chi ha condiviso quel brutale assassinio.

Condanniamo questo grave vergognosa provocazione. Questo francobollo è un’offesa alla memoria di Matteotti, e di tutti gli antifascisti che hanno dato la vita per la libertà e la democrazia per il nostro Paese, chiediamo pertanto che venga bloccata subito la distribuzione».

La Segreteria provinciale dell’Anpi di Ferrara

«Continua l’opera di santificazione dei fascisti da parte del governo Meloni. L’ultima vergogna è l’annuncio che domani sarà presentato il francobollo commemorativo della nascita di Italo Foschi, il primo presidente della Roma. Peccato che si tratti di un noto esponente fascista che rimase tale fino alla Repubblica di Salò quando il paese subiva gli eccidi delle Brigate nere e delle SS. Originario della provincia di Teramo questo Questo esponente dello squadrismo più violento è noto per essersi congratulato con Amerigo Dumini per l’assassinio di Giacomo Matteotti scrivendogli che era un eroe. E’ noto che per gli eccessi del suo squadrismo a un certo punto lo stesso regime dovette intervenire. Stiamo diventando come l’Ucraina dove i filonazisti diventano eroi? Questo francobollo è un’offesa alla memoria di Giacomo Matteotti nel centenario dell’assassinio e chiediamo che ne venga bloccata la distribuzione.
In Europa ormai agli eredi del nazifascismo, dal battaglione Azov al governo Meloni, si consente tutto purché facciano la guerra agli ordini della NATO. Chiediamo che venga immediatamente sospesa la distribuzione del francobollo».

Maurizio Acerbo, Pace Terra Dignità

Retorica e polemica nel Capitale di Marx

Di Lelio La Porta

In una nota dei Quaderni del carcere, dal sapore autobiografico non del tutto celato, ma avente come oggetto reale Marx, Gramsci indicava quali fossero gli accorgimenti per «studiare la nascita di una concezione del mondo che dal suo fondatore non è stata mai esposta sistematicamente» e fra tali accorgimenti il lavoro filologico accurato veniva collocato al primo posto. Perché, si chiedeva il marxista sardo, è necessaria tanta cura con gli scritti marxiani? Perché si tratta di un pensatore «piuttosto irruento, di carattere polemico» il cui intelletto si trova «in continua creazione e in perpetuo movimento». La specificità dei toni polemici dell’opera di Marx, in specie del Capitale, unita ad una ricerca attenta e puntuale delle figure retoriche più ricorrenti soprattutto nel primo libro dell’opus magnum costituiscono il contenuto del lavoro che Elisabetta Mengaldo consegna alle lettrici e ai lettori (Retorica e polemica nel Capitale di Marx, Quodlibet, Macerata, 2023, pp. 139, €.12,00).

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Svolta di Salerno: ottant’anni fa l’intuizione di Togliatti che cambiò l’Italia liberata

Di Francesco Barbagallo

Il seguente testo, già pubblicato sul sito strisciarossa.it, è un estratto in anteprima della relazione di Francesco Barbagallo per il convegno «Togliatti, la “svolta di Salerno” e le radici della Repubblica» organizzato da Futura Umanità – Associazione per la Storia e la Memoria del PCI, che si terrà sabato 25 maggio presso la Camera del Lavoro di Napoli a partire dalle 9:30.

Nell’inverno del 1944 la situazione politica nel regno del Sud, controllato dall’Allied Military Government (AMG), appare ancora bloccata dal contrasto istituzionale insorto tra i partiti antifascisti riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale e il governo regio presieduto dal maresciallo Pietro Badoglio. A marzo si concludeva la trattativa avviata al principio del ’44 tra il diplomatico italiano Renato Prunas, segretario generale del ministero degli Esteri, e il rappresentante sovietico nel Mediterraneo Andreij Vysinskij, che assicurava al regno del Sud il riconoscimento da parte dell’Unione Sovietica.

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«Correte, Ercoli è qui», la svolta di Salerno

Di Guido Liguori

Pubblichiamo l’articolo di Guido Liguori uscito oggi per “il manifesto” in vista del convegno nazionale organizzato da Futura Umanità dal titolo «Togliatti, la “svolta di Salerno” e le radici della Repubblica»

Quando la sera del 27 marzo 1944 un uomo bussò alla porta della Federazione napoletana del Pci, la Seconda guerra mondiale e la lotta di liberazione contro il nazifascismo erano ancora in corso. C’era il coprifuoco, i bombardamenti tedeschi da pochi giorni avevano causato in città centinaia di morti e anche il Vesuvio in eruzione creava preoccupazione e paura. Solo tre uomini, tra cui il futuro amatissimo sindaco di Napoli Maurizio Valenzi, che avrebbe raccontato l’episodio in un suo libretto famoso, si trovavano ancora nella sede del partito. Fu il segretario Cacciapuoti ad andare ad aprire. E a dare ai compagni l’inattesa notizia: «Correte, Ercoli è qui».

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