
Il 7 novembre presso il largo del Capelvenere (RM) alle ore 10:00 si discuterà su “La Rivoluzione d’Ottobre 108 anni dopo”.
Vi invitiamo a partecipare.

Il 7 novembre presso il largo del Capelvenere (RM) alle ore 10:00 si discuterà su “La Rivoluzione d’Ottobre 108 anni dopo”.
Vi invitiamo a partecipare.

Il 4-5 aprile prossimi ad Alessandria avrà luogo un convegno organizzato dalla Fondazione Luigi Longo e da Futura Umanità su Longo e il PCI protagonisti della lotta di liberazione dai nazi-fascisti.

Martedì 4 marzo, alle ore 18, presso il teatro di Porta Portese (via Portuense, 102, Roma) verrà rappresentato il reading-spettacolo “Parola di Berlinguer”, a cura di Sergio Gentili e Lelio La Porta.
L’ingresso è libero. Vi aspettiamo.
Di Sergio Gentili
In occasione dell’ anniversario della Rivoluzione d’Ottobre, per ricordare il grande evento che diede la sua impronta a tutto il XX secolo e oltre, pubblichiamo in questi giorni alcuni articoli sui fatti del 1917 e sulla loro interpretazione.
Il seguente brano è tratto dal testo “Questo è un fatto e i fatti sono ostinati”, di Sergio Gentili, prefazione Michele Prospero, edizioni Bordeaux, Roma, 2017. (da p. 69 a p.77)

Le tesi di aprile.
La rivoluzione era in atto, la monarchia era caduta, la Russia viveva una nuova e inedita fase politica, ma Lenin ancora non era potuto rientrare. La stessa situazione era subita da altri esuli politici. I governi inglese e francese facevano del tutto per negare loro il diritto di tornare in patria e il governo provvisorio, egemonizzato dal ministro degli esteri Miljukov, non svolgeva nessuna azione positiva per favorire il rientro degli esuli politici. Anzi, l’emigrato Zurabov, deputato della seconda Duma, denunciava che il ministro inviava telegrammi ai consoli russi dando indicazioni “di non rilasciare permessi d’entrata agli emigrati i cui nomi figurino nelle speciali liste internazionali di controllo….la stampa francese chiede che non si lasci passare nessuno che non condivida il punto di vista di Plechanov”1, cioè di appoggio alla guerra. Allora, Lenin e altri esuli accolsero l’idea di Martov, il capo dei menscevichi, di raggiunge la Russia attraverso la Germania. Le trattative con le autorità tedesche furono svolte dal segretario del partito socialista svizzero Fritz Platten. L’unico impegno dell’accordo preso dagli esuli con le autorità tedesche fu che una volta rientrati in patria avrebbero chiesto la liberazione di un analogo numero di civili tedeschi e austo-ungarici trattenuti in Russia. Il viaggio di ritorno lo fecero con un treno, non piombato come i denigratori dissero, che godeva della extraterritorialità e senza nessun contatto con l’esterno. Rientrarono in 30. Oltre ai bolscevichi, c’erano esponenti di altri partiti e correnti politiche. Dopo un mese, con la stessa modalità e le stesse condizioni, fece ritorno anche Martov. Suchanov testimonia che le modalità del rientro furono oggetto di una “nauseabonda campagna” denigratoria “era chiaro che la borghesia e tutti i suoi servi avrebbero sfruttato a fondo la concessione che i tedeschi avevano fatto”2.
Di Sergio Gentili
Il 21 agosto prossimo ricorre il 60° anniversario della morte di Palmiro Togliatti. Per ricordare il grande dirigente comunista scomparso a Jalta nel 1964 pubblichiamo in questi giorni alcuni scritti dedicati al suo pensiero e alla sua opera.
Il seguente articolo di Sergio Gentili è stato già pubblicato sul blog strisciarossa il 14 agosto scorso.

Palmiro Togliatti ha lasciato questo mondo 60 anni fa, il 21 agosto del 1964. Il leader comunista è vissuto in un’epoca molto diversa dall’attuale, in un mondo spaccato in due dalla guerra fredda. Eppure, molti dei suoi insegnamenti ideali e politici sono tutt’oggi di estrema utilità. In particolare, attualissimo è il pensiero sul legame inscindibile tra democrazia e socialismo che rappresenta il nucleo centrale del suo impegno rivoluzionario per affermare la costruzione del socialismo in Italia e nell’Occidente. La saldatura, teorica e pratica, tra socialismo e democrazia è stata per Togliatti una bussola, l’asse centrale della sua elaborazione e azione politica fin dalla metà degli anni Trenta del secolo scorso.
Continua a leggere “La lezione di Togliatti sulla democrazia in un mondo che tende a cancellarla”
Di Sergio Gentili

Il 21 agosto del 1964 moriva Palmiro Togliatti. Insieme a Gramsci, Longo, Terracini, Camilla Ravera, Scoccimarro, Bordiga e tanti altri, fondarono il Pcd’I.
Combatterono il fascismo e mentre tutti i partiti democratici cessavano di esistere, i comunisti furono i soli a far vivere nella clandestinità il proprio partito.
Pagarono personalmente e duramente la scelta di essere antifascisti e rivoluzionari: ressero per decenni il carcere, il confino e la lontananza. Gramsci subì l’ingiuria del carcere e la morte che ne conseguì. Combatterono contro il fascismo in Spagna e nella Resistenza italiana, diressero la lotta unitaria di Liberazione dal nazifascismo. Furono, insieme ad altri, fondatori e costruttori della nuova democrazia. Scrissero la Costituzione italiana. Subirono la divisione del mondo in blocchi ostili e la guerra fredda. Furono dalla parte dei popoli che si liberavano dallo sfruttamento colonialistico. Sostennero l’Unione sovietica consapevoli della rottura storica che essa aveva determinato nel mondo e della carica liberatrice che la rivoluzione d’Ottobre, guidata da Lenin, ebbe per i popoli dell’impero russo, per la Cina, per i popoli sottoposti allo sfruttamento colonialista e per la classe operaia del mondo occidentale: per centinaia e centinaia di milioni di persone.