


Di Andrea Sonaglioni
Lunedì 18 novembre 2024 presso il Teatro di Porta Portese in Roma, Futura Umanità e l’Associazione per il Rinnovamento della Sinistra hanno organizzato il convegno dal titolo “Il compagno Paolo Ciofi – Socialismo e democrazia nel percorso di un comunista italiano”.
Il testo che segue è il contributo di Andrea Sonaglioni dal titolo “Con le lenti di Marx. La riflessione sulla società contemporanea”, buona lettura.

Quando il Professor Alexander Höbel, attuale, benché di lungo corso, Presidente di Futura Umanità mi ha chiamato chiedendomi di preparare una relazione sul Paolo Ciofi “economicus” che adopera le “lenti di Marx”, immediatamente dopo la paralisi iniziale, ho percepito innanzitutto quel senso di responsabilità verso un’Associazione che grazie prevalentemente all’iniziativa di Paolo e al suo impegno è stata fondata e ha promosso molteplici incontri, convegni e seminari col fine di valorizzare la storia e la memoria del P.C.I.; un’associazione che, viste le tendenze economico-sociali degli ultimi 35 anni, ritengo oltremodo necessaria, utile, forse per qualcuno, in qualche modo, un’associazione anche consolatoria, pur non volendolo assolutamente essere.
Dopodiché, sono stato travolto da un sentimento di autentica riconoscenza verso un compagno che – al di là della sua storia pubblica e politica e del portato affascinante che questa inevitabilmente ha ingenerato in me – ha avuto, tra le altre cose, proprio 10 anni fa esatti, la brillante idea, a seguito di un’iniziativa su Enrico Berlinguer a Monterotondo a cui ero stato invitato a parlare, di invitarmi ad aderire a Futura Umanità e a contribuire “secondo la propria capacità” alla vita dell’Associazione affiancando con grande umiltà e ammirazione i giganti che la animano e ne determinano la qualità delle sue iniziative.
Chiedo pertanto furbescamente venia, in anticipo, se l’elaborato odierno dovesse risultare in qualche passaggio troppo articolato, ma vi assicuro che fare ricerca, parola per parola, delle menzioni significative di Marx in Ciofi è una delle attività più dispendiose che abbia mai svolto.
Premesso ciò, proviamo ad addentrarci nell’oggetto della mia elaborazione.
(Il testo completo dell’articolo è consultabile in allegato)
Di Sandro Morelli
Lunedì 18 novembre 2024 presso il Teatro di Porta Portese in Roma, Futura Umanità e l’Associazione per il Rinnovamento della Sinistra hanno organizzato il convegno dal titolo “Il compagno Paolo Ciofi – Socialismo e democrazia nel percorso di un comunista italiano”.
Pubblichiamo i testi delle relazioni dei partecipanti all’iniziativa.

Il mio primo incontro ‘ravvicinato’ con Paolo fu nel maggio 1977, quando − convocato − lo raggiunsi a via dei Frentani, nella Federazione romana del PCI della quale era stato eletto segretario qualche mese prima, nel 1976, dopo essere stato segretario a Latina e, poi, segretario regionale del Lazio, succeduto a Enrico Berlinguer.
Cominciò così una frequentazione assidua, perché Paolo mi propose ‘ufficialmente’ di divenire funzionario di partito nella segreteria della Federazione: un onore e una responsabilità francamente inaspettate, per me che allora, poco più che trentenne, ero il responsabile regionale della Lega delle cooperative del Lazio che, (come potete immaginare, in quei tempi soprattutto), nella sua componente comunista ‘rispondeva’ – per gli orientamenti politici e non solo… − al partito romano e laziale.
Si trattò, dunque, di una frequentazione politica pressoché quotidiana che sarebbe sfociata, anni dopo, in una sincera amicizia fatta non di frequentazioni di tipo ‘familiare’, ma di frequenti incontri e colloqui nell’ora di pranzo e, per un certo periodo anche di collaborazioni ‘reciproche’, almeno nella fase iniziale della prima ‘creatura’ di Paolo, Articolo 1, un’Associazione dedicata ai problemi del lavoro e, reciprocamente, con articoli che Paolo scrisse per Quale Stato, la Rivista della Funzione pubblica CGIL della quale mi occupavo dopo aver lasciato il funzionariato politico, con la fine del PCI.
di Tiziano Bordoni
Questo articolo si basa sull’analisi di un’intervista rilasciata da Enrico Berlinguer a l’Unità nel 1983, ora contenuta nel volume “Enrico Berlinguer e il progetto di un nuovo socialismo” (Bordeaux Edizioni), a cura dell’Associazione Futura Umanità.
Introduzione: ripensare il futuro
Nel dibattito contemporaneo sulla transizione digitale e la trasformazione tecnologica della società, emerge con sempre maggiore evidenza la necessità di strumenti analitici e progettuali che permettano di inquadrare questi processi in una prospettiva di emancipazione collettiva. In questo contesto, rileggere oggi le riflessioni di Enrico Berlinguer sulla futurologia, contenute in una storica intervista del 1983 ora ripubblicata nel volume “Enrico Berlinguer e il progetto di un nuovo socialismo” (Bordeaux Edizioni, a cura di Associazione Futura Umanità), offre spunti sorprendentemente attuali per ripensare il rapporto tra politica, tecnologia e futuro.

Futura Umanità in collaborazione con l’Associazione per il Rinnovamento della Sinistra (ARS) vi invita a partecipare al convegno su “IL COMPAGNO PAOLO CIOFI. Socialismo e democrazia nel percorso di un comunista italiano”, che si svolgerà lunedì 18 novembre alle ore 16.30 presso il Teatro di Porta Portese (Via Portuense,102 Roma).
Ingresso libero senza prenotazione.
Di Alexander Höbel
In occasione dell’ anniversario della Rivoluzione d’Ottobre, per ricordare il grande evento che diede la sua impronta a tutto il XX secolo e oltre, pubblichiamo in questi giorni alcuni articoli sui fatti del 1917 e sulla loro interpretazione.
Il seguente articolo di Alexander Höbel è già stato pubblicato in “Alternative per il socialismo”, 2024, n. 72.

Il rapporto tra il comunismo italiano e il pensiero e la prassi di Lenin è un rapporto organico, fondativo; al tempo stesso è un rapporto complesso, articolato, che si modifica nel corso del tempo. In questa sede sarà quindi possibile analizzare solo le fasi iniziali di tale dialettica e proporre alcuni elementi di riflessione che andrebbero poi ulteriormente sviluppati.
Lo scoppio della Rivoluzione russa, a partire da quella di febbraio, aveva suscitato un grande clamore e un’enorme simpatia nella classe operaia italiana. È nota la vicenda del viaggio compiuto nel nostro paese nell’agosto 1917 da una delegazione di menscevichi, che ovunque vengono accolti al grido di “Viva Lenin!”. Come scriverà Paolo Spriano, Lenin “era stato reso popolare dagli stessi giornali borghesi”, che lo dipingevano “come un pericoloso anarchico, come un uomo venduto alla Germania […]. Ma proprio l’odio che così si manifestava lo rendeva popolare alle masse”.
Continua a leggere “L’impronta di Lenin sui primi anni del comunismo italiano”