Contro la riscrittura della storia. La bandiera rossa non si censura

Alla cortese attenzione della dott.ssa Yvonne A. Mazurek,
direttrice del cimitero acattolico di Roma

Gent. dott.ssa Yvonne A. Mazurek,


Le scriviamo per esprimere, come Direttivo di “Futura Umanità. Associazione per la storia e la memoria del Pci”, la nostra sorpresa e la nostra protesta per quanto avvenuto ieri 27 aprile presso il Cimitero acattolico da Lei diretto.


Alcune nostre iscritte e alcuni nostri iscritti, presenti alle ore 11 per rendere omaggio alla tomba di Antonio Gramsci in occasione dell’88º anniversario della morte del comunista sardo (che è anche il saggista italiano più conosciuto e tradotto nel mondo dai tempi di Machiavelli), hanno ascoltato con stupore e disappunto la richiesta da Lei avanzata di abbassare una bandiera rossa presente tra il numeroso pubblico convenuto, con l’argomento che essa avrebbe recato offeso alla memoria di altri morti sepolti nei pressi.


Respingiamo fermamente questo tentativo di riscrivere la storia: in Italia la bandiera rossa è infatti la bandiera di chi ha lottato per il progresso sociale e la dignità del lavoro, di chi ha combattuto il fascismo e sconfitto il nazismo, di chi ha contribuito a fondare la nostra Repubblica e le ha dato una Costituzione democratica. È incontestabilmente la bandiera di Antonio Gramsci. È ipocrita volere celebrare e ricordare il grande comunista italiano fondatore del Pci e al tempo stesso proibire di salutarlo con la sua bandiera. È inaccettabile vietarlo equiparandola implicitamente ai simboli delle dittature fasciste che la nostra Costituzione proibisce.


Protestiamo fermamente per tutto questo e rivendichiamo la piena legittimità, anche nei suoi simboli e nelle sue bandiere, di quella che è stata una componente fondamentale della storia della democrazia italiana. I comunisti e i democratici italiani difenderanno sempre la memoria della Resistenza al fascismo e di Antonio Gramsci e per ogni bandiera rossa fatta abbassare sono pronti ad alzarne altre cento.

Il Comitato direttivo di “Futura Umanità. Associazione per la storia e la memoria del PCI”

Roma, 28 aprile 2025

«L’Unità», il centenario del giornale e l’alleanza tra operai e contadini

Pubblichiamo l’articolo di Guido Liguori apparso su “Il manifesto” del 13 febbraio 2024, in occasione del centenario della fondazione del quotidiano “l’Unità”





Fondata il 12 febbraio del 1924 da Antonio Gramsci, diretta da Ottavio Pastore e poi da Alfonso Leonetti.

La pubblicazione del quotidiano l’Unità venne decisa a Mosca nell’estate del 1923 dall’Internazionale comunista. Nulla di strano: l’Internazionale era allora per tutti i comunisti «il partito mondiale della rivoluzione», un’organizzazione unitaria, al di là delle diverse appartenenze nazionali. Fu il finlandese Kuusinen, il 5 settembre, a comunicare la decisione al Partito comunista d’Italia e ai socialisti «fusionisti» o «terzini», favorevoli alla fusione col Pcd’I e alla Terza Internazionale, nata nel 1919 per volere di Lenin.
Serrati e altri tre fusionisti erano stati espulsi (per frazionismo) dal Partito socialista: bisognava reagire. Fu deciso per questo di dar vita a un giornale non strettamente di partito, ma saldamente nelle mani dei comunisti, a cui collaborassero i seguaci di Serrati che si preparavano a confluire. Si trattava di contrastare tra i lavoratori l’influenza del prestigioso Avanti!, l’organo socialista diretto da Pietro Nenni.

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Buon compleanno Aldo

Tanti auguri ad Aldo Tortorella, che oggi compie 97 anni. Nei Gap (e nel Fronte della gioventù) a 17 anni, a Milano e Genova, poi all’Unità (di cui sarà anche direttore) e sempre nel PCI. Stretto collaboratore di Berlinguer segretario dopo la fine della solidarietà nazionale. Contrario alla Bolognina, al cambio del nome, al dissolvimento suicida di quella comunità politica. I suoi editoriali, che aprono ogni numero della rivista “Critica Marxista”, sono ancora oggi un raro impasto di storia e intelligenza politica.

Guido Liguori