“La pace al primo posto”, due anni dopo. Berlinguer al Mandela forum.

Di Daniela Belliti *

Il libro Enrico Berlinguer, La pace al primo posto. Scritti e discorsi 1972-1984, a cura di Alexander Höbel, Donzelli, è uscito nel 2023, appena un anno dopo l’inizio della guerra russo-ucraina. Sono passati già altri due anni e stiamo vivendo il periodo più buio e tragico dalla fine della Guerra fredda. Per questo rileggere ora gli scritti e i discorsi di Enrico Berlinguer sulla pace rappresenta in primo luogo un’operazione politica, una presa di posizione alternativa al mainstream del dibattito pubblico che si è sviluppato attorno alla crisi attuale dell’ordine internazionale (o dovremmo piuttosto dire “disordine globale”). Infatti, da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, e dopo quello che è successo e sta succedendo dal 7 ottobre 2023 in poi in tutto Medio Oriente, si sono imposte nel confronto politico e mediatico una nuova riabilitazione della guerra e una parallela opera di delegittimazione della pace.

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Dieci storie di Resistenza, contro il pericolo di perdere la memoria

Di Lelio La Porta

(Il seguente articolo di Lelio La Porta è stato già pubblicato su “il manifesto”, il 13 agosto scorso)

Scaffale «Il 25 aprile è divisivo solo se sei fascista» di Rosario Esposito La Rossa, per Marotta&Cafiero editori. Centrali, nel volume, le vicende di due partigiane: Irma e Gilda

Entrare oggi in una scuola superiore italiana e chiedere alle studentesse e agli studenti quali siano le loro conoscenze relative a Mussolini, ai suoi camerati, da Italo Balbo a Galeazzo Ciano, fino all’arruolamento, forse un poco forzato ma non per questo non accettabile, fra i fascisti della prima ora del Vate Gabriele D’Annunzio, potrebbe lasciare basiti; soprattutto se, a seguire, alla stessa gioventù si chiedessero dieci nomi di partigiane e partigiani. Preparazione ottima sulla prima richiesta, pessima sulla seconda, da bocciatura. Il racconto di questa esperienza costituisce la motivazione profonda che ha spinto Rosario Esposito La Rossa, ideatore della «Scugnizzeria», libreria nella quale i bambini di Scampia passano pomeriggi formandosi attraverso corsi e attività ludiche, e, per questo, nominato Cavaliere della Repubblica dal Presidente Mattarella, a scrivere dieci storie di Resistenza raccolte nel volume Il 25 aprile è divisivo solo se sei fascista (Marotta&Cafiero, pp. 125, euro 16).

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Presentazione libro “Enrico Berlinguer: il socialismo necessario”.

Il 18 luglio avrà luogo a Collarmele (AQ) la presentazione del libro “Enrico Berlinguer: il socialismo necessario” (Bordeaux edizioni). Lelio La Porta, che ha curato il volume insieme a Guido Liguori, ne parla in dialogo con Joel Valifuoco. Il libro raccoglie i materiali di un convegno organizzato da Futura Umanità e dedicato alla attualità del pensiero politico del Segretario del P.C.I.

Retorica e polemica nel Capitale di Marx

Di Lelio La Porta

In una nota dei Quaderni del carcere, dal sapore autobiografico non del tutto celato, ma avente come oggetto reale Marx, Gramsci indicava quali fossero gli accorgimenti per «studiare la nascita di una concezione del mondo che dal suo fondatore non è stata mai esposta sistematicamente» e fra tali accorgimenti il lavoro filologico accurato veniva collocato al primo posto. Perché, si chiedeva il marxista sardo, è necessaria tanta cura con gli scritti marxiani? Perché si tratta di un pensatore «piuttosto irruento, di carattere polemico» il cui intelletto si trova «in continua creazione e in perpetuo movimento». La specificità dei toni polemici dell’opera di Marx, in specie del Capitale, unita ad una ricerca attenta e puntuale delle figure retoriche più ricorrenti soprattutto nel primo libro dell’opus magnum costituiscono il contenuto del lavoro che Elisabetta Mengaldo consegna alle lettrici e ai lettori (Retorica e polemica nel Capitale di Marx, Quodlibet, Macerata, 2023, pp. 139, €.12,00).

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Gramsci, i nuovi sentieri del suo pensiero

Di Lelio La Porta

Pubblichiamo la recensione di Lelio La Porta al volume di Guido Liguori “Nuovi sentieri gramsciani ” (Bordeaux edizioni), apparsa su “il manifesto” il 23 aprile 2024.

Percorrere il pensiero e l’opera di Antonio Gramsci significa incamminarsi lungo un sentiero la cui asperità è tale che raggiungere l’obiettivo dell’ampliamento della conoscenza e dell’approfondimento delle categorie del marxista sardo corrisponde a quello che sosteneva Seneca nel suo Hercules furens: «non esiste alcuna via semplice dalla terra alle stelle». È necessario, perciò, dotarsi, per affrontare un sentiero, anzi, più sentieri così complessi di un metodo (proprio nel senso etimologico del termine, ossia avere un’indicazione di direzione) appropriato, un metodo suggerito dallo stesso Gramsci quando, riferendosi a Marx ma in realtà parlando di se stesso, scriveva che «La ricerca del leitmotiv, del ritmo del pensiero in isviluppo, deve essere più importante delle singole affermazioni casuali e degli aforismi staccati». A questo metodo fa esplicito riferimento Guido Liguori nella Premessa del suo ultimo lavoro (G. Liguori, Nuovi sentieri gramsciani, Bordeaux, Roma, 2024, pp. 291, €.20,00) nella quale si legge: «per capire Gramsci bisogna affidarsi in primo luogo a una attenta ermeneutica dei testi (di tutti i testi gramsciani) che non lasci spazio ai voli pindarici, all’estrapolazione dei concetti, alle deduzioni non fondate anche se spesso comode perché in accordo con lo spirito del tempo».

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Antonio Gramsci, il giornalista militante e gli anni torinesi

Di Guido Liguori

Pubblichiamo la recensione di Guido Liguori, apparsa il 27 aprile su “il manifesto”, in merito al volume di scritti gramsciani dell’anno “1918”, curato da Leonardo Rapone e Maria Luisa Righi, uscito nell’ambito della “Edizione nazionale degli scritti di Antonio Gramsci”.

«La libertà economica si dimostrò subito dottrina di classe: gli strumenti di produzione, pur circolando, rimasero proprietà di una minoranza sociale; il capitalismo fu anch’esso un privilegio di pochi, che tendono a diventar sempre più pochi, accentrando la ricchezza per sottrarsi cosi alla concorrenza col monopolio. La maggioranza dei diseredati cerca allora nell’associazione il mezzo di resistenza e di difesa dei propri interessi. Le libertà, concepite solo per l’individuo capitalista, devono estendersi a tutti… Le associazioni proletarie educano gli individui a trovare nella solidarietà il maggiore sviluppo del proprio io». Il brano è tratto da un articolo gramsciano del 9 marzo 1918, che testimonia di alcuni dei motivi più originali presenti nel Gramsci degli anni torinesi: un’idea di libertà nella solidarietà che viene posta alla base dell’alternativa socialista a un capitalismo che aveva tradito anche le sue stesse premesse e promesse liberali. L’articolo si intitola Individualismo e collettivismo, ed è ora riproposto nel nuovo volume pubblicato nell’ambito dell’«Edizione nazionale degli scritti di Antonio Gramsci», dedicato agli scritti del 1918: Scritti (1910-1926), vol. 3: 1918, a cura di Leonardo Rapone e Maria Luisa Righi (Istituto della Enciclopedia italiana, 2024, pp. 1004, euro 70).

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