Sarà in libreria tra pochi giorni il libro di Enrico Berlinguer che raccoglie molti suoi interventi dedicati alla politica internazionale e soprattutto al tema, oggi così attuale e drammatico, della pace e della lotta per la pace, a cura e con introduzione di Alexander Höbel.
Addio al compagno Paolo Ciofi, fondatore e presidente onorario di Futura Umanità


Il compagno Paolo Ciofi, fondatore e presidente onorario della nostra associazione, ci ha lasciato poche ore fa. È un grande dolore per tutti noi di Futura Umanità, così come per tutti coloro i quali hanno potuto incrociare e conoscere nel corso degli anni la sua acuta intelligenza, la sua intensa e instancabile passione politica, il suo rigore, la sua ironia.
Paolo Ciofi ha dedicato tutta la sua vita di militante e dirigente comunista all’impegno politico e culturale per un mondo diverso, per quel nuovo socialismo che è stato al centro della sua riflessione, nell’ambito della migliore tradizione del comunismo italiano.
Di famiglia comunista, Paolo era nato a Roma il 18 novembre 1935. Aveva iniziato la sua militanza politica da studente, poi il Pci lo aveva mandato a studiare all’Università di Mosca. Lì aveva imparato il russo ed era venuto a contatto col mondo del comunismo internazionale. Nel 1957 aveva lavorato come traduttore simultaneo nel corso della Conferenza mondiale dei partiti comunisti.
Rientrato in Italia, diventa un “rivoluzionario di professione”, un quadro del Partito. Nel 1966, all’indomani dell’XI Congresso del Pci, Enrico Berlinguer, nuovo segretario regionale nel Lazio, lo propone come segretario della federazione provinciale di Latina. Lì Paolo “si fa le ossa” come dirigente politico, portando avanti tra l’altro la lotta per l’abolizione delle “gabbie salariali.
Nel 1969 Ciofi entra nel Comitato centrale; l’anno seguente, subentra a Berlinguer come segretario del Partito nel Lazio, e al contempo è eletto nel Consiglio regionale. Nel 1975 diventa vicepresidente del Consiglio regionale; due anni dopo, segretario della federazione romana del Partito. Nel 1983 è eletto alla Camera dei deputati, e negli stessi anni è anche coordinatore del Dipartimento economico del Pci.
Nel 1989, di fronte alla svolta della Bolognina annunciata da Occhetto, Ciofi si schiera col fronte del No, aderendo poi all’Associazione per il rinnovamento della sinistra guidata da Aldo Tortorella.
A partire dagli anni ’90, Paolo si è dedicato a una intensa attività pubblicistica e di ricerca, pubblicando libri importanti, da Il lavoro senza rappresentanza. La privatizzazione della politica (manifestolibri, 2004) a La bancarotta del capitale e la nuova società (Editori Riuniti university press, 2012), da Costituzione e rivoluzione (Editori Riuniti, 2017) e La rivoluzione del nostro tempo. Manifesto per un nuovo socialismo (Editori Riuniti, 2018).
Strenuo difensore del grande patrimonio ideale del Pci, fu sua l’idea costituire “Futura Umanità. Associazione per la storia e la memoria del Pci”, e negli anni di vita della nostra associazione tutti noi abbiamo avuto modo di imparare moltissimo da lui – nei contenuti, nei metodi, nello stile di lavoro – e anche di conoscerne e apprezzarne gli aspetti umani, la verve, l’ironia.
Lo ricorderemo sempre con enorme affetto e riconoscenza, per quello che è stata la sua vita, per il suo instancabile impegno, per quello che ha dato a tutti noi. Da oggi ci sentiamo ancora più impegnati a portare avanti i suoi ideali e i suoi insegnamenti.
Alla campagna Cicci Salinari, la compagna di vita e di militanza di Paolo, e a loro figli vadano le commosse condoglianze e un forte abbraccio da parte di tutti noi.
Futura Umanità. Associazione per la storia e la memoria del Pci
LA PROPOSTA CINESE : UN’OCCASIONE DA NON PERDERE
di Sergio Gentili
a visita del premier cinese XI a Mosca, per imbastire un negoziato di pace per la guerra in Ucraina, è una novità rilevante.
Per la prima volta, la Cina si propone come mediatore credibile, ed agisce come tale, per trovare spazi e contenuti per porre fine al sanguinoso e distruttivo conflitto armato tra ucraini e russi.
Che ci sia nello scenario internazionale una grande potenza che si propone di trovare una via di trattativa per interrompere la guerra è un bene per tutti
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Nel 140° anniversario della morte di Karl Marx (14marzo 1883)
di Lelio La Porta
Se si vuole studiare una concezione del mondo che non è stata mai dall’autore-pensatore esposta sistematicamente, occorre fare un lavoro minuzioso e condotto col massimo scrupolo di esattezza e di onestà scientifica. Occorre seguire, prima di tutto, il processo di sviluppo intellettuale del pensatore, per ricostruirlo secondo gli elementi divenuti stabili e permanenti, cioè che sono stati realmente assunti dall’autore come pensiero proprio, diverso e superiore al «materiale» precedentemente studiato e per il quale egli può aver avuto, in certi momenti, simpatia, fino ad averlo accettato provvisoriamente ed essersene servito per il suo lavoro critico o di ricostruzione storica o scientifica. Questa avvertenza è essenziale appunto quando si tratta di un pensatore non sistematico, quando si tratta di una personalità nella quale l’attività teorica e l’attività pratica sono intrecciate indissolubilmente, di un intelletto pertanto in continua creazione e in perpetuo movimento. Quindi: 1° biografia, molto minuziosa con [2°] esposizione di tutte le opere, anche le più trascurabili, in ordine cronologico, divise secondo i vari periodi: di formazione intellettuale, di maturità, di possesso e applicazione serena del nuovo modo di pensare. La ricerca del leit-motiv, del ritmo del pensiero, più importante delle singole citazioni staccate.
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KARK MARX
Guido Liguori
Il 14 marzo 1883 (esattamente 140 anni fa) moriva Marx. Filosofo, economista, politico, un gigante del pensiero in molti campi, ma anche un appassionato militante e dirigente politico. Non a caso Engels, ricordando l’amico sulla tomba, nel cimitero londinese di Highgate, affermava tra l’altro: “Marx era prima di tutto un rivoluzionario. Contribuire in un modo o nell’altro all’abbattimento della società capitalistica e delle istituzioni statali che essa ha creato, contribuire all’emancipazione del proletariato moderno al quale egli, per primo, aveva dato la coscienza delle condizioni della propria situazione e dei propri bisogni, la coscienza delle condizioni della propria liberazione : questa era la sua reale vocazione. La lotta era il suo elemento. Ed ha combattuto con una passione, con una tenacia e con un successo come pochi hanno combattuto”. Molte cose sono cambiate da allora, in primo luogo il lavoro e i suoi protagonisti. Eppure il Moro, come era chiamato, resta un punto di riferimento e una fonte di ispirazione per tutte le classi e i gruppi sociali in lotta per il cambiamento di se stessi e della società