Gramsci, i nuovi sentieri del suo pensiero

Di Lelio La Porta

Pubblichiamo la recensione di Lelio La Porta al volume di Guido Liguori “Nuovi sentieri gramsciani ” (Bordeaux edizioni), apparsa su “il manifesto” il 23 aprile 2024.

Percorrere il pensiero e l’opera di Antonio Gramsci significa incamminarsi lungo un sentiero la cui asperità è tale che raggiungere l’obiettivo dell’ampliamento della conoscenza e dell’approfondimento delle categorie del marxista sardo corrisponde a quello che sosteneva Seneca nel suo Hercules furens: «non esiste alcuna via semplice dalla terra alle stelle». È necessario, perciò, dotarsi, per affrontare un sentiero, anzi, più sentieri così complessi di un metodo (proprio nel senso etimologico del termine, ossia avere un’indicazione di direzione) appropriato, un metodo suggerito dallo stesso Gramsci quando, riferendosi a Marx ma in realtà parlando di se stesso, scriveva che «La ricerca del leitmotiv, del ritmo del pensiero in isviluppo, deve essere più importante delle singole affermazioni casuali e degli aforismi staccati». A questo metodo fa esplicito riferimento Guido Liguori nella Premessa del suo ultimo lavoro (G. Liguori, Nuovi sentieri gramsciani, Bordeaux, Roma, 2024, pp. 291, €.20,00) nella quale si legge: «per capire Gramsci bisogna affidarsi in primo luogo a una attenta ermeneutica dei testi (di tutti i testi gramsciani) che non lasci spazio ai voli pindarici, all’estrapolazione dei concetti, alle deduzioni non fondate anche se spesso comode perché in accordo con lo spirito del tempo».

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Antonio Gramsci, il giornalista militante e gli anni torinesi

Di Guido Liguori

Pubblichiamo la recensione di Guido Liguori, apparsa il 27 aprile su “il manifesto”, in merito al volume di scritti gramsciani dell’anno “1918”, curato da Leonardo Rapone e Maria Luisa Righi, uscito nell’ambito della “Edizione nazionale degli scritti di Antonio Gramsci”.

«La libertà economica si dimostrò subito dottrina di classe: gli strumenti di produzione, pur circolando, rimasero proprietà di una minoranza sociale; il capitalismo fu anch’esso un privilegio di pochi, che tendono a diventar sempre più pochi, accentrando la ricchezza per sottrarsi cosi alla concorrenza col monopolio. La maggioranza dei diseredati cerca allora nell’associazione il mezzo di resistenza e di difesa dei propri interessi. Le libertà, concepite solo per l’individuo capitalista, devono estendersi a tutti… Le associazioni proletarie educano gli individui a trovare nella solidarietà il maggiore sviluppo del proprio io». Il brano è tratto da un articolo gramsciano del 9 marzo 1918, che testimonia di alcuni dei motivi più originali presenti nel Gramsci degli anni torinesi: un’idea di libertà nella solidarietà che viene posta alla base dell’alternativa socialista a un capitalismo che aveva tradito anche le sue stesse premesse e promesse liberali. L’articolo si intitola Individualismo e collettivismo, ed è ora riproposto nel nuovo volume pubblicato nell’ambito dell’«Edizione nazionale degli scritti di Antonio Gramsci», dedicato agli scritti del 1918: Scritti (1910-1926), vol. 3: 1918, a cura di Leonardo Rapone e Maria Luisa Righi (Istituto della Enciclopedia italiana, 2024, pp. 1004, euro 70).

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I Marx del PCI

Abbiamo pubblicato su YouTube, i lavori del convegno “I Marx del PCI” che si tenne su iniziativa di “Futura Umanità” in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia dell’Università della Sapienza il 26 gennaio 2024.

Prima sessione

Seconda Sessione

«L’Unità», il centenario del giornale e l’alleanza tra operai e contadini

Pubblichiamo l’articolo di Guido Liguori apparso su “Il manifesto” del 13 febbraio 2024, in occasione del centenario della fondazione del quotidiano “l’Unità”





Fondata il 12 febbraio del 1924 da Antonio Gramsci, diretta da Ottavio Pastore e poi da Alfonso Leonetti.

La pubblicazione del quotidiano l’Unità venne decisa a Mosca nell’estate del 1923 dall’Internazionale comunista. Nulla di strano: l’Internazionale era allora per tutti i comunisti «il partito mondiale della rivoluzione», un’organizzazione unitaria, al di là delle diverse appartenenze nazionali. Fu il finlandese Kuusinen, il 5 settembre, a comunicare la decisione al Partito comunista d’Italia e ai socialisti «fusionisti» o «terzini», favorevoli alla fusione col Pcd’I e alla Terza Internazionale, nata nel 1919 per volere di Lenin.
Serrati e altri tre fusionisti erano stati espulsi (per frazionismo) dal Partito socialista: bisognava reagire. Fu deciso per questo di dar vita a un giornale non strettamente di partito, ma saldamente nelle mani dei comunisti, a cui collaborassero i seguaci di Serrati che si preparavano a confluire. Si trattava di contrastare tra i lavoratori l’influenza del prestigioso Avanti!, l’organo socialista diretto da Pietro Nenni.

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Gramsci e la guerra

di Lelio La Porta

Il giovane studente universitario Antonio Gramsci mostrò a partire dal 1914 il suo interesse per la guerra e, almeno inizialmente, tale interesse si collocò all’interno dello scontro che, nel Psi, contrappose interventisti e neutralisti anticipando il dibattito che avrebbe preso corpo nel Paese di lì a poco. Il 18 ottobre Mussolini sull’«Avanti!» pubblica l’articolo Dalla neutralità assoluta alla neutralità attiva ed operante al quale il 24 ottobre risponde Tasca con l’articolo Il mito della guerra. Il 31 ottobre Gramsci pubblica Neutralità attiva ed operante. Il 24 novembre Mussolini sarà espulso dal Psi e per Gramsci avrà inizio, in conseguenza delle sue posizioni sulla guerra, un periodo di isolamento politico che di fatto terminerà nell’autunno del 1915 quando entrerà nella redazione torinese dell’«Avanti!», dove rimarrà fino al 31 dicembre del 1920, e inizierà la collaborazione con «Il Grido del Popolo».

[continua nel file in allegato]

Gramsci a Vienna e il partito

Di Lelio La Porta

Lo scritto che segue vuole proporre un’analisi del percorso di formazione del gruppo dirigente del partito comunista nel periodo 1923-1924 attraverso una ricostruzione che si avvale di diversi documenti, soprattutto lettere, per capire come Gramsci, operando da Vienna, costruì intorno a sé il nucleo di dirigenti che guidò il Pcd’I.

L’autore si è avvalso di parti, da lui stesso tradotte, di un volume appena pubblicato in francese (Romain Descendre e Jean-Claude Zancarini, L’oeuvre-vie d’Antonio Gramsci, Éditions La Découverte, Paris, 2023; si tratta di due studiosi di Gramsci), integrate da riflessioni personali intorno al “pensiero vivente” (possibile traduzione del titolo del volume) che proietta sul nostro presente lo sforzo di ricerca dell’unità della sinistra compiuto da Gramsci in quegli anni di ferro e di fuoco.

L’idea di questo scritto è nata dalla tessera 2023 della nostra Associazione in cui compare la copertina di una delle edizioni del volume togliattiano intorno alla formazione del gruppo dirigente comunista nel 1923-1924.

Mi auguro che il tedio non assalirà quante fra le nostre compagne e quanti fra i nostri compagni vorranno affrontare la lettura dello scritto, necessariamente ponderoso, visto l’argomento, credendo, in quanto autore, di essere stato ponderato.