La questione italiana

Volerelaluna.it

09/02/2023 di: Piero Bevilacqua

L’articolo è tratto da Left del 31 gennaio

Chi di solito osserva le condizioni presenti dell’Italia e le confronta con quelle degli altri Paesi avanzati osserva ormai da anni che esse sono di gran lunga peggiori in molti ambiti della vita nazionale: arretramento del livello medio delle retribuzioni, disuguaglianze sociali e territoriali, disoccupazione, precarietà del lavoro, condizioni della scuola, numero dei laureati, risorse per la ricerca, perfino regresso demografico, il segnale meno controvertibile – per lo meno nella società della crescita – della decadenza di un Paese. Tale evidente disparità dello stato della nostra vita sociale ci impone uno sforzo di analisi che vada oltre le cause generali che da 30 anni fanno arretrare le condizioni dei ceti popolari in gran parte dei Paesi europei e del mondo.

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Quello che Dante non è

di Lelio La Porta

Marx apprende l’italiano leggendo Dante e Machiavelli. La Divina Commedia e specialmente l’Inferno, nonostante l’orientamento metafisico di Dante, risultano essere in linea con gli interessi della vita di Marx, come il Faust di Goethe e la traduzione di Lutero della Bibbia. Vanno ricordati alcuni passi significativi dell’opera marxiana nei quali i versi danteschi assumono una torsione non soltanto descrittiva ma anche fortemente contenutistica se non perfino, in alcuni momenti, autobiografica. La conclusione della Prefazione del 1867 alla prima edizione del Capitale suona nel modo seguente:

Segui il tuo corso, e lascia dir le genti![1]


[1] Purgatorio, canto V, v. 13. Dante si allontana dai negligenti quando una voce lo distrae. Allora Virgilio lo riprende facendogli presente che non deve prestare attenzione alcuna a quel che ode ma deve proseguire con fermezza per la sua strada senza commettere l’errore di chi, continuamente sollecitato da nuovi pensieri, corre il rischio di non combinare nulla.

Il filo della memoria e la connessione sentimentale perduta

L’esperienza della Giunta Valenzi nel film di Alessandro Scippa

(La Giunta, Italia, 78’, 2022, documentario, regia Alessandro Scippa, produzione Antonella Di Nocera)

Alexander Höbel

Nel centenario della fondazione del Partito comunista italiano, caduto nel 2021, uno dei temi rimasti in ombra è stata l’esperienza delle “giunte rosse”, che si sviluppò in particolare tra la metà degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, a seguito dell’ascesa del Pci nelle elezioni amministrative del 1975. A quell’imponente avanzata, che portò il partito di Berlinguer a diventare la prima forza politica in molte città, seguì infatti la nascita di numerose giunte di sinistra, che segnarono in modo significativo quegli anni. L’esempio del buongoverno del Pci, l’esperienza di amministrazioni avanzate ed efficienti, che avevano caratterizzato fino ad allora solo le cosiddette “regioni rosse” e alcune altre realtà, raggiunsero una parte molto più ampia di territori e cittadini

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